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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Delitto Scagni, il fratello killer di Alice: "Quando l'ho uccisa ero mentalmente un altro"

Il 42enne a colloquio con gli psichiatri ha detto che ad uccidere la sorella: "c'era la persona che i miei genitori e i miei vicini hanno affamato per dei mesi, torturandola psicologicamente"

"Alberto hai ucciso tua sorella?". Alla domanda dello psichiatra, il 42enne che la sera del primo maggio ha accoltellato a morte Alice Scagni risponde: "In quel momento mentalmente ero qualcun altro. C'era la persona che i miei genitori e i miei vicini di casa hanno fatto arrivare lì, affamandola per dei mesi, torturandola psicologicamente". Sono le parole del fratello killer raccolte nella perizia psichiatrica che da mercoledì pomeriggio è sulla scrivania del gip Paola Faggioni.

Nelle 119 pagine firmate dallo psichiatra Elvezio Pirfo, che lo ha dichiarato seminfermo mentalmente, emerge un profilo dell'assassino "narcisista, borderline  e socialmente pericoloso". E, secondo quanto riferito agli esperti della mente, sembra che Alberto abbia dissociato l'omicidio e non lo abbia ancora nella mente conscia: "Non ha mai fatto una propria ricostruzione di come si sia svolto l'omicidio, negando di averlo compiuto tranne che in due colloqui", dove afferma di essere stato mentalmente un altro. 

Alberto, difeso dagli avvocati Elisa Brigandì e Maurizio Mascia, si autoproclama vittima del mondo che lo circonda e incolpa i suoi familiari di averlo messo da parte: "Il fatto che uno ti dica un giorno guarda devi essere seguito da un centro di salute mentale perché mi preoccupo per te, è un atteggiamento strano perché se ti preoccupi per me mi domando come mai per un anno non mi hanno fatto mai una telefonata", dice l'assassino in uno dei colloqui con psichiatri, psicologi e medici legali che hanno cercato di capire come sia arrivato ad uccidere la sorella; proprio l'unica familiare - anche a detta dei genitori - con cui si confidava e aveva una comunicazione, prima della tragedia. "Mia sorella io ho sempre cercato di proteggerla - dice il fratello killer - quando si è sposata facevo addirittura finta di voler bene a suo marito". Pessimo il rapporto con il cognato Gianluca, marito di Alice: "Mia sorella era succube di lui", racconta ancora Alberto farneticando ai medici di interessi sull'eredità. "Se io mi fossi suicidato i soldi sarebbero andati solo a mio cognato. Mio cognato non ha avuto il coraggio di uscire dalla porta e ha mandato lei". 

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