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Cronaca

Delitto Scagni: pm, "Alberto capace di intendere". Udienza rinviata, il legale dei genitori: "Una cosa mai vista"

Oggi era prevista la discussione delle diverse consulenze fra tutte le parti in causa invece l'udienza è stata rinviata al 22 dicembre alla luce della consegna dell'ultima relazione. Per l'avvocato della famiglia, Fabio Anselmo, si tratta di una decisione "irrituale"

Secondo la procura di Genova Alberto Scagni era capace d'intendere e di volere quando ha ucciso la sorella Alice sotto casa in via Fabrizi lo scorso 1°maggio.

Così ritiene Giacomo Mongodi, psichiatra e consulente della pm Paola Crispo, titolare sia dell'indagine sull'omicidio, sia di quella sulle presunte omissioni di polizia e dei medici di Salute mentale per gli allarmi lanciati dai familiari nelle settimane precedenti il delitto.

Nei giorni scorsi, Elvezio Pirfo, il perito incaricato dal giudice dell'indagine preliminare Paola Faggioni, aveva dichiarato Scagni "seminfermo" e "socialmente pericolo". L'accertamento sulle condizioni mentali di Scagni è un passaggio importante perché potrebbe avvalorare le accuse dei familiari contro l'inerzia di polizia e medici.

Questa mattina, giovedì 3 novembre, era prevista la discussione delle consulenze, da svolgere nella forma dell'incidente probatorio quindi già con valore processuale, invece è stata rinviata al 22 dicembre. 

"Un fatto che non mi è mai successo in 40 anni di professione", dichiara il legale della famiglia Fabio Anselmo. "Un pubblico ministero che deposita una relazione e insiste, con consenso del giudice, per riaprire l'incidente probatorio che doveva essere invece concluso". Usa una metafora calcistica Anselmo: "Sembra che la procura, avendo perso due a zero, abbia buttato la palla in tribuna per sospendere la partita e rigiocarla". Il legale commenta anche la relazione di Mongodi: "Un'altra cosa che mi stupisce è questo accanimento nel voler sostenere qualcosa che è insostenibile, perché tutta Italia si è accorta che Alberto Scagni ha dei grossi problemi psichiatrici e invece bisogna a tutti i costi - e mi chiedo nell'interesse di chi e per cosa -  arrivare ad una dichiarazione che è avulsa dalla realtà ovvero che è perfettamente capace di intendere e di volere".

Per l'udienza del 22 l'avvocato teme una reiterazione della procedura da lui definita "irrituale" secondo l' ex articolo 511 del Codice di procedura penale: "Mi aspetto una reiterazione analoga da parte di consulente del pm e pm per riaprire un'altra volta un incidente probatorio fino a che il perito non si decida a cambiare idea e ad adottare le conclusioni del suo consulente".

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