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Cronaca Via Coni Zugna

Detenuto aggredisce due agenti nel carcere di Pontedecimo

I due poliziotti hanno attenuato i colpi ed evitato una rivolta e sono stati trasportati con urgenza al pronto soccorso

Un detenuto di origini marocchine di 33 anni ha brutalmente aggredito due poliziotti penitenziari in servizio al piano terra della sezione del carcere di Pontedecimo, prendendoli a pugni e colpendoli anche con alcuni mestoli. A darne notizia è il segretario regionale della Uil polizia penitenziaria, Fabio Pagani. L'aggressione è avvenuta intorno alle 12.30 di mercoledì 24 giugno 2020.

«Da giorni a Pontedecimo i detenuti si lamentano della scarsezza del vitto (cosa non vera) - spiega Pagani -. Il detenuto, condannato per reati di violenza sessuale, rapina e lesioni, addetto alla consegna del vitto ai detenuti, ha agito dopo essere stato incitato dagli altri detenuti».

I due poliziotti hanno attenuato i colpi ed evitato una rivolta e sono stati trasportati con urgenza al pronto soccorso. «La misura è colma ormai in Liguria - commenta il sindacalista - dopo la lamettata al  volto al poliziotto a  La Spezia, la violenta rissa tra detenuti magrebini a Sanremo e l'aggressione del detenuto condannato per associazione mafiosa a Marassi, ci prepariamo ad un'estate di sangue».

«Troppe - prosegue Pagani - le aggressioni in danno di operatori penitenziari e il poliziotto inevitabilmente è esposto a fattori di rischio senza concreta possibilità (operando disarmato) di poter difendere la propria incolumità fisica». Premesso che «ogni aggressione subita da un poliziotto penitenziario nelle prime linee delle frontiere penitenziaria è da considerarsi un'aggressione allo Stato», il segretario della Uilpa penitenziari chiede al Dap che nei confronti dei detenuti violenti «si adottino misure esemplari che, nel pieno rispetto della legge e di ogni garanzia, rendano più stringente il regime detentivo a cui devono essere sottoposti».

Occorre restituire dignità lavorativa e condizioni di sicurezza alle donne e agli uomini dei baschi blu. Solo così – conclude Pagani - lo Stato potrà recuperare credibilità ed autorevolezza all'interno dei gironi infernali delle nostre prigioni».

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