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Cronaca

Acciaierie d'Italia, sciopero e manifestazione a Roma

Alla base della protesta, articolata su tutti e tre i turni, la richiesta del finanziamento della "decarbonizzazione dell'industria siderurgica italiana", ma anche la fine della cassa integrazione

Dopo l'assemblea sindacale di ieri alle Acciaierie d'Italia di Cornigliano, ex Ilva, oggi è il giorno dello sciopero generale della siderurgia, con la manifestazione a Roma davanti al ministero dello Sviluppo economico e l'intervento dei segretari generali di Fim, Fiom e Uilm. Una delegazione è partita nella notte da Genova alla volta di Roma.

Alla base della protesta, articolata su tutti e tre i turni, la richiesta del finanziamento della "decarbonizzazione dell'industria siderurgica italiana", ma anche la fine della cassa integrazione, un piano industriale che "finalmente dia prospettive al Gruppo e all'occupazione", certezze per i lavoratori in amministrazione straordinaria e il riconoscimento economico di quanto pattuito con l'Accordo del 2018.

Da Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil solidarietà ai lavoratori dell'ex Ilva in sciopero. "Le attuali condizioni in cui versa il sistema industriale italiano, in particolar modo quello siderurgico, destano preoccupazioni data la totale mancanza di politiche industriali verso le quali, in questo Paese, ancora non si affronta una discussione seria e concreta". Così le segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil.

"Per questo motivo esprimiamo solidarietà alle federazioni metalmeccaniche di Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil - proseguono le organizzazioni sindacali - per lo sciopero dei lavoratori della ex Ilva. È evidente, a nostro avviso, la necessità di riprendere la discussione con il Governo in un quadro complessivo che tenga dentro tutto ciò che orbita attorno alla siderurgia".

"E da questo punto di vista - insistono le segreterie nazionali di Filctem, Femca, Uiltec - è palese il cortocircuito che sta avvenendo riguardo la vertenza Sanac. Azienda che da più di cinquant'anni produce materiali refrattari per gli stabilimenti ex Ilva, in particolar modo verso quello di Taranto. Infatti, il totale disinteresse di Acciaierie d'Italia verso la Sanac, nonostante gli accordi siglati in sede ministeriale, è indice di come a nostro avviso le politiche industriali e le soluzioni che si stanno determinando, non siano sufficienti".

"Risulta fondamentale, e quindi importante, riaprire la discussione complessiva, anche in relazione ai piani di investimento derivanti dal Pnrr che ricadranno sulle imprese nazionali. Anche per queste ragioni stiamo costruendo un percorso di mobilitazione unitario per rivendicare il giusto posizionamento della Sanac, nello scacchiere strategico della siderurgia nazionale", concludono le segreterie nazionali di Filctem, Femca, Uiltec.

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