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Cronaca

Viadotto chiuso sulla A12, i parenti delle vittime del Morandi: «Grandissimo ritardo sulla messa in sicurezza»

Il commento amareggiato di Egle Possetti, presidente del comitato che riunisce i familiari dei 43 morti del 14 agosto 2018

«O il degrado è così vasto da non sapere dove iniziare e si lavora quindi per cercare di mettere toppe ove possibile, oppure manca la reale volontà di portare a termine la rimessa in sicurezza da parte di chi gestisce la concessione»: così Egle Possetti, portavoce del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi, ha commentato la notizia della chiusura ai mezzi pesanti del viadotto Valle Ragone, sulla A12 tra Sestri Levante e Lavagna, disposta inaspettatamente martedì pomeriggio dopo le verifiche dei tecnici del Mit.

«A quasi tre anni dalla tragedia del Ponte Morandi, un fatto estremamente grave - ha detto Possetti - Noi da tre anni stiamo dicendo che la sicurezza dei cittadini deve essere al primo posto in un paese civile ma oggi viene alla luce che in questo tempo esistono ancora viadotti e ponti non controllati, abbiamo passato un anno sospeso nella pandemia con scarsa circolazione di persone e mezzi e non siamo stati in grado di mettere mano con determinazione all’esecuzione di questi lavori improcrastinabili, una grandissima occasione mancata».

«Non è semplice ora consentire la circolazione dei mezzi e fare i lavori urgenti - ammette Possetti, che nella tragedia del 14 agosto 2018 ha perso la sorella Claudia, il cognato Andrea e i due nipoti - ma è evidente che siamo in grandissimo ritardo e la memoria del 14 agosto lo certifica ogni giorno».

Lo sfogo del comitato prosegue con una riflessione: «Della chiusura del viadotto ligure ieri è stata anche messa un po' in sordina e ci chiediamo perché, facciamo alcune riflessioni e anche per questo stiamo organizzando un incontro con tutti i parlamentari piemontesi e liguri (regioni con maggior numero di vittime) per confrontarci con loro sulla questione e provare a raccontare dalla nostra viva voce il nostro punto di vista, ma siamo ovviamente disposti a parlare con tutti coloro che lo vorranno».

«Noi speriamo che un po' di attenzione torni alle infrastrutture, alla concessione, alla messa in sicurezza del nostro patrimonio ed alla presa di coscienza vera dei rischi a cui sono ancora sottoposti migliaia di cittadini - conclude Possetti - speriamo che si ragioni sulla favola di Biancaneve magari in futuro, evitando di sollevare ora polveroni per non far vedere il carro armato che sta giungendo».

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