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Vittorio Coletti (Università Genova) 'bacchetta' Susanna Tamaro: "Ingiusto attaccare Verga"

Coletti, professore emerito di Storia della lingua italiana presso l'Università di Genova e accademico della Crusca, "bacchetta" Susanna Tamaro che nei giorni scorsi ha attaccato la lettura dei testi di Verga nelle scuole

Nei giorni scorsi la scrittrice Susanna Tamaro, autrice del best seller "Va' dove ti porta il cuore" ha suscitato un grande dibattito affermando al Salone del Libro di Torino che a scuola ci sono testi difficili e brutti, prendendo ad esempio lo scrittore Giovanni Verga e chiedendo come si possa appassionare un ragazzo alla lettura con i suoi libri. Insomma, testi che andrebbero sostituiti secondo Tamaro, con una strizzata d'occhio più o meno voluta ai suoi lavori.

Le sue parole avevano già suscitato la reazione indignata della fondazione Verga, e al dibattito si aggiunge ora Vittorio Coletti, professore emerito di Storia della lingua italiana presso l'Università di Genova e accademico della Crusca, che con Francesco Sabatini ha diretto il "Sabatini-Coletti. Dizionario della lingua italiana".

In un articolo dal titolo "La letteratura a scuola, oggi" pubblicato sul sito dell'Accademia della Crusca, Coletti scrive: "Quando suggerisce di sostituire i contemporanei con i classici, Susanna Tamaro dovrebbe nominare, più che sé stessa, gli scrittori del grande stile novecentesco, sui quali è giusto richiamare maggiore attenzione. Ma non a scapito dei grandissimi del nostro passato, che sono i protagonisti della galleria planetaria dei letterati e sarebbe bene che gli stessi scrittori oggi leggessero di più, per farsi anche loro uno stile"

Insomma, un riferimento, quello della Tamaro a Verga, "particolarmente ingiusto e sbagliato. Lei si sarà pure annoiata leggendo i 'Malavoglia', ma credo che sia un problema suo, perché si tratta, per riconoscimento universale, di un romanzo che sta tra i grandi capolavori della narrativa europea dell'Ottocento: una straordinaria invenzione linguistica, tra il poetico e il realistico, ritratto epico e tragico di un'Italia umile e onesta, che ha cercato di affermarsi con la fatica del lavoro e ha trovato nello Stato un potere lontano e sordo. L'attualità del capolavoro verghiano resta fortissima, anche se i poveri non commerciano più nei lupini e sono emigrati all'estero".

Alla Tamaro che ha sostenuto che i giovani hanno bisogno di contemporaneità, di attualità, di trovare anche in letteratura le sensibilità e i problemi loro e del presente, l'accademico della Crusca replica che "c'è un'esigenza giusta in questa richiesta, ma anche un grossolano errore, da secoli confutato, che consiste nel credere che l'attualità artistica sia rappresentata solo dall'arte contemporanea e non capire che il tasso di modernità è proporzionale al valore dell'opera, alla sua resistenza al tempo, tant'è vero che oggi le tragedie greche (pur di altra lingua e di ben maggiore antichità) sono comunemente usate e studiate da storici e giuristi per affrontare problemi politici e giuridici strettamente attuali, e i recenti anniversari di Dante e Manzoni hanno mostrato la vitalità del loro insegnamento per la conoscenza e la critica del carattere degli italiani e per un ripensamento della concreta dimensione umana al tempo della sua temuta evaporazione nell’universo virtuale".

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