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Influenza, al via i vaccini tra luci e ombre. Appello dei farmacisti, Toti: «Ci sono per tutti»

In farmacia le dosi dovrebbero arrivare a novembre, ma ci sono casi in cui appartenenti a fasce a rischio, come gli anziani, non sono neanche riusciti a prenotare un appuntamento dal medico di famiglia

Giovedì mattina, a quattro giorni dall’avvio della campagna vaccinale sull’influenza in Liguria, lo "stato dell'arte" sui vaccini nella nostra regione ancora non era chiaro.

Ci sono stati, infatti, casi di anziani - categoria a rischio per influenza ma soprattutto per coronavirus - che rivolgendosi ai medici di famigli si sono sentiti rispondere che il vaccino ancora non c’era (è il caso di Bruna, 85 anni e diabetica) o che si sono rivolti alle farmacie, nella speranza di avere più informazioni e magari di acquistarlo per anticipare i tempi, e anche in questo caso si sono sentiti rispondere che dovrebbe arrivare a novembre.

Sui vaccini influenzali, negli ultimi giorni è montata la polemica un po’ in tutta Italia. In Liguria, il presidente della Regione Giovanni Toti aveva annunciato già due settimane fa che la campagna vaccinale sarebbe partita in anticipo di un mese, e dunque a ottobre invece che a novembre, e che tra le fasce gratuite rientrano, da quest’anno, i bambini sotto i 6 anni, gli over 60 e tutte le categorie a rischio. Toti ha già fatto il vaccino, così come altri assessori della sua giunta che hanno postato l’iniezione per incentivare la popolazione a seguire l’esempio, ma sono molti i casi di persone che avrebbero diritto al vaccino, gratuitamente, e non sono ancora neppure riusciti a prenotare un appuntamento dal medico di famiglia.

Il problema riguarderebbe l'eccezionale domanda arrivata della Asl e la concreta offerta: le prime dosi sono partite, ma non coprono l'interno fabbisogno delle varie azienda sanitarie e dei medici di famiglia, e la stessa situazione si ripete in quasi tutte le regioni italiane, dove la richiesta di vaccini è aumentata esponenzialmente alla luce dell'emergenza coronavirus.

In Liguria, a Toti è già stato sferrato il primo attacco da parte del Movimento 5 Stelle, che ha puntato il dito contro la quantità di vaccini arrivati ai medici di base: «Poiché quest’anno, per evitare assembramenti negli ambulatori, i vaccini possono essere somministrati solo su prenotazione, i medici sapevano esattamente qual era il loro fabbisogno e di conseguenza, presi gli appuntamenti del caso, li hanno ordinati - denuncia Fabio Tosi, capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle - Proprio oggi però ci è giunta una segnalazione da parte di un medico di medicina generale. Dal suo ambulatorio è stata avanzata la richiesta per 600 dosi, che dovevano essere consegnate in due tranche da 300 dosi. A oggi, però, è stata consegnata solo la prima, mentre per la seconda se ne riparla per fine novembre. Conseguenza: per 300 assistiti, niente vaccino fino a nuovo ordine».

Che la situazione sia complessa in tutta la Liguria, e in tutta Italia, è però cosa nota: «Non sono ancora nemmeno riuscita a prendere appuntamento con il medico di base per il vaccino per mia nonna», spiega Francesca, 35 anni, mentre i farmacisti fanno squadra per tentare di fornire le informazioni a disposizione e tranquillizzare anche chi non rientra nelle fasce a rischio, ma è deciso ad acquistare il vaccino per affrontare l’autunno. 

«C’è l’assoluta necessità di proteggere la popolazione attiva, su questo c’è ampia condivisione delle parti, ma ora bisogna rendere operative le comuni intenzioni - è l’appello di Carolina Carosio, presidente Nazionale dei giovani farmacisti (Fenagifar) - Le quote di vaccini destinate alle fasce intermedie sono, a oggi, del tutto insufficienti a soddisfare i criteri di copertura vaccinale raccomandati, che quest’anno sono ancora più fondamentali da raggiungere. Sicuramente i giovani sono i soggetti meno a rischio, ma sono senza dubbio i veicoli privilegiati dal covid e dall’influenza per la diffusione sul territorio, rappresentando la fascia socialmente più attiva».

«Se davvero vogliamo tenere la situazione sotto controllo, limitando rischi e contagi - continua Carosio - ci deve essere la volontà di guadare tutti nella stessa direzione, un appello chiaro da rivolgere ai presidenti delle Regioni, che oggi più che mai devono avere la lungimiranza richiesta. Come farmacisti, abbiamo più volte segnalato, già a partire dal mese di luglio, che le dosi destinate alle farmacie per soddisfare gli obiettivi prefissati, sarebbero state del tutto insufficienti». 

Il presidente della Regione Giovanni Toti, dal canto suo, si è detto «orgoglioso che la Liguria sia tra le otto regioni che garantiscono il vaccino gratuito ai bambini tra i 6 mesi e il compimento dei 6 anni, oltre che agli over 60 e a tutte le categorie a rischio. I liguri che rientrano nelle fasce più fragili della popolazione stanno rispondendo molto bene alla nostra campagna di promozione del vaccino e di questo siamo soddisfatti. Chi non riuscisse a fare il vaccino domani o nei prossimi giorni può comunque stare tranquillo perché la Liguria ha acquistato dosi sufficienti per far fronte a tutte le richieste. E siamo partiti con un mese di anticipo perché abbiamo previsto un aumento della domanda e sappiamo che per somministrare un singolo vaccino serve più tempo, per garantire il rispetto delle regole anti Covid».

Toti ha chiarito che è stata inviata una sollecitazione al governo «a fronte della carenza di vaccini nelle farmacie di tutto il paese- Come Regione Liguria cederemo alle farmacie una parte di quelli acquistati per consentire di vaccinarsi anche a chi non rientra nelle categorie a rischio».

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