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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Scuola, a Mele tablet anche nella primaria: "Con l'educazione digitale i ragazzi imparano ad affrontare il web consapevolmente"

La dirigente scolastica dell'Istituto Comprensivo Voltri 1 Caterina Bruzzone: "Alla didattica digitale sono collegate molte sfaccettature che riguardano anche l'educazione civica e la responsabilità sociale: la scuola non può sottrarsi a questa sfida"

Mele piccola capitale della tecnologia: in questo comune dell'entroterra ligure di poco più di 2500 abitanti, nel 2012, era partito un progetto all'avanguardia e il paese era diventato primo in Liguria a utilizzare i tablet a scuola. Adesso, dieci anni dopo, i tablet sono arrivati anche nella quinta classe della scuola primaria: questa mattina (martedì 8 marzo) sono stati consegnati i dispositivi che rimarranno di proprietà dell'Istituto Comprensivo Voltri 1 e, negli anni a seguire, saranno utilizzati da tutte le prossime classi quinte della scuola primaria di Mele.

L'avvento dei tablet nella primaria è frutto di un patto educativo di comunità fra l'Istituto Comprensivo Voltri 1, il comune di Mele e la Pro Loco Mele: "Il ministero - spiega a GenovaToday Caterina Bruzzone, dirigente scolastico dell'istituto comprensivo - nel 2021 ha messo a bando la partecipazione delle scuole ai patti educativi di comunità, e noi ne abbiamo firmati due, uno con il comune di Mele e uno con il comune di Genova, municipio Ponente. Il patto stipulato con Mele per quest'anno prevede l'utilizzo di fondi per dotare anche la primaria di strumentazione tecnologica per consentire un passaggio più rapido alla didattica digitale che poi i ragazzi vanno ad affrontare nella secondaria".

L'istituto comprensivo, in particolare, ha potuto comprare una serie di iPad che saranno a disposizione degli alunni della classe quinta, ma poi resteranno della scuola (i tablet forniti dal comune nelle secondarie, invece, sono in comodato d'uso gratuito e alla fine del ciclo scolastico possono essere riscattati dalle famiglie).

10 anni a scuola con il tablet: "Dobbiamo fornire gli strumenti culturali per affrontare consapevolmente il web"

Ma come si trovano i ragazzi in classe con i tablet? Il bilancio dell'iniziativa è positivo anche perché non si tratta solo di imparare a utilizzare un dispositivo elettronico: il discorso è più ampio e tocca anche tematiche come l'educazione civica, il cyberbullismo, la verifica delle fonti, la responsabilità. "Sia io sia il sindaco di Mele, Mirco Ferrando - continua Bruzzone - crediamo che la scuola non possa sottrarsi all'educazione digitale. Se i ragazzi vengono lasciati soli con questi device non ne acquisiscono il valore educativo e in più non avvertono i 'pericoli' della rete, perché non è vero che il web non ha effetti sulla realtà. Fin da piccoli sono immersi in questo mondo e la scuola deve fornire gli strumenti culturali per affrontare questa sfida, non possiamo sottrarci". 

Visto il successo, il progetto dei tablet si è esteso con il tempo, ad esempio negli ultimi due anni è approdato anche a Voltri, sempre nelle scuole del medesimo istituto comprensivo, nelle tre classi del tempo prolungato. 

"Il messaggio è che siamo tutti responsabili di quel che facciamo, anche online"

I tablet non sostituiscono i libri, ma contribuiscono ad aggiungere nozioni: "Confermo - continua la preside - non sostituiscono i libri, anche se molti testi sono scaricabili anche in formato digitale. Con i device vengono fatte svariate attività, uno dei concetti fondamentali è abituare gli studenti al concetto di autorialità, educando all'uso della rete. Capita che, per i loro lavori, i ragazzi prendano quello che trovano sul web in maniera indiscriminata, ma se viene loro insegnato che siamo tutti responsabili di quel che facciamo, anche sul web, faranno più attenzione all'affidabilità di quello che trovano in rete". 

Per farlo, la scuola ha investito anche sulla formazione: "C'è stato un corso di formazione fatto dai docenti della secondaria di Mele, che già utilizzano questi device da tempo, a quelli della primaria, gli insegnanti si sono coordinati per lavorare in maniera sinergica - conclude Bruzzone -. Anche la scelta di iniziare dalla quinta primaria non è stata casuale: i bambini così si abitueranno gradualmente a questo strumento, arrivando alla secondaria senza essere né spaventati dallo strumento, né troppo elettrizzati e distraendosi. Ma il messaggio che è importante trasmettere è che alla didattica digitale sono collegate molte sfaccettature che riguardano anche l'educazione civica e la responsabilità sociale: ecco perché la scuola non può girarsi dall'altra parte".

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