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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Stati Generali della Partecipazione, la parola andrà ai ragazzi dopo un anno di covid: «Si sta creando una forte frattura generazionale»

L'appuntamento con 250 ragazzi da tutta la Liguria. Pertichini (Pididà): «Chiederemo loro come hanno vissuto la situazione della pandemia nell'arco di questo anno, e cosa si può fare per migliorare, ma la sensazione è che si stia creando uno scollamento forte con adolescenti e bambini»

Cosa ne pensano i ragazzi della didattica a distanza, della pandemia, dell'ascolto e del supporto dato ai giovani, dell'organizzazione degli "adulti"? Saranno proprio loro a prendere la parola martedì 16 marzo in occasione degli Stati Generali della Partecipazione: l'evento, che si svolge dal 2011, normalmente è ospitato a Palazzo Ducale e l'anno scorso era stato annullato, ma quest'anno si terrà online, ed è prevista la partecipazione - per la prima volta in Liguria - di circa 250 ragazzi provenienti da più di 20 scuole e gruppi di tutta la regione.

Il perno intorno al quale ruoterà la giornata sono i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in tempo di covid-19: giovani e adulti si riuniranno in 5 stanze virtuali per parlare di istruzione a distanza, istruzione e apprendimento ai tempi della pandemia, nuovi strumenti per la scuola e l'istruzione, ascolto a scuola e ascolto fuori dalla scuola. Insomma, scuola, diritti, vita quotidiana, tanti spunti per sviluppare proposte concrete da sottoporre agli amministratori, dopo un anno di pandemia.

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Gli Stati Generali della Partecipazione – Edizione Speciale online 2021 – sono realizzati nell’ambito delle attività del Coordinamento Per I Diritti dell’Infanzia e Dell’Adolescenza Pididà Liguria e del Patto di Sussidiarietà per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza “Sempre Diritti” 2020/21 (DGR 8311/2019), in collaborazione con Regione Liguria (Assessorato Politiche Socio Aanitarie e Terzo Settore, Politiche giovanili e Scuola e Assessorato Pari Opportunità, Stili di vita consapevoli, Cittadinanza Responsabile, Tutela e valorizzazione dell’Infanzia).

«Faremo parlare direttamente i ragazzi»

«Com'è andata in questo anno di covid-19? Ce lo diranno direttamente i ragazzi - spiega a GenovaToday Yuri Pertichini, portavoce Pididà Liguria -. Abbiamo scelto, insieme con un focus group ristretto di ragazzi, alcune tematiche chiave da sviluppare nell'ambito degli Stati Generali della Partecipazione, da sottoporre ai giovani partecipanti. Inutile dire che uno degli argomenti più gettonati, su cui moltissimi giovani vorranno esprimersi, è la dad, la didattica a distanza che ha cambiato le loro vite». 

Dunque la parola, finalmente, va ai giovani destinatari di tanti provvedimenti: «Nessuno sa quale sia il rapporto tra pandemia, apprendimento e socialità - continua Pertichini - perché non sono ancora usciti studi a riguardo. E quasi nessuno, a parte insegnanti ed educatori, ha coinvolto direttamente i giovanissimi che hanno subito le scelte degli adulti. Noi martedì vorremmo chiedere loro come hanno vissuto la situazione della pandemia nell'arco di questo anno, e cosa si può fare per migliorare». L'occasione è arrivata, a un anno dal primo lockdown nazionale, con gli Stati Generali della Partecipazione, un momento in cui come da tradizione a parlare sono bambini e ragazzi, mentre gli adulti sono "in ascolto". Inoltre quest'anno si celebra anche il 30esimo anniversario della ratifica in Italia della Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza. 

Dopo un anno di pandemia «si sta creando una forte frattura generazionale»

Se per capire com'è andato quest'anno drammatico bisogna aspettare le risposte dei ragazzi, gli adulti che lavorano a stretto contatto con loro un'idea se la sono fatta: «La mia personale sensazione - dice Pertichini, che è anche progettista sociale per il consorzio Agorà e presidente Arciragazzi Prometeo - è che si stia creando una frattura generazionale fortissima purtroppo. Gli adulti vengono percepiti come coloro che nutrono poco interesse nei confronti dei ragazzi, come coloro che per prima cosa chiudono le scuole ma senza pensare al resto, come ad esempio a un trasporto pubblico sicuro per andare in classe. Si pensa subito a fermare la scuola, che è un luogo abbastanza sicuro, con regole e protocolli, e soprattutto è fondamentale per la crescita dei ragazzi, e non ci si domanda cosa avviene fuori. Gli adolescenti sono arrabbiati e i bambini sono affaticati: soprattutto i più piccoli apprendono in relazione con gli altri, la didattica a distanza è molto nozionistica ma toglie tutta la parte di socialità che è necessaria sia a crescere sia a imparare. Temo che avremo uno scollamento forte con adolescenti e bambini che saranno meno preparati e con più problemi di socializzazione. La scuola in cui sono cresciuto, l'Itis di Savona, ha triplicato nei giorni scorsi gli psicologi, sempre più richiesti dai ragazzi: purtroppo non mi sorprende».

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