Guerra, la raccolta spontanea che coinvolge centinaia di cittadini: "Noi, con russi e ucraini insieme per aiutare la popolazione colpita"
La storia di Anna Gaggero, insegnante al Deledda: "Abbiamo avviato una catena di solidarietà che coinvolge centinaia di persone, tra cui cittadini russi e la comunità ucraina di Genova". Lunedì da Bolzaneto parte un nuovo camion di aiuti per Leopoli: "Cala l'attenzione ma l'emergenza non è finita"
Un tam tam partito in maniera spontanea dapprima grazie a pochi cittadini, e che poi è arrivato a coinvolgere centinaia di persone - tra cui anche la comunità ucraina e cittadini russi - per raccogliere beni da mandare alla popolazione colpita dalla guerra.
È la catena di solidarietà silenziosa nata ad aprile, a Genova, e che farà sì che lunedì da Bolzaneto possa partire un carico destinato all'Ucraina con migliaia di prodotti: una rete che non si è mai fermata e che continua a lavorare. Il camion in partenza si fermerà nei dintorni di Leopoli e da lì il materiale verrà distribuito in tante altre realtà interne al Paese.
L'idea è partita da Anna Gaggero, docente al liceo Deledda e con un'esperienza precedente pluriennale nel settore 'emergenze' della Caritas. Gaggero, laureata in russo, ha lavorato anche come insegnante di italiano a Kiev.
Il viaggio in Russia e la catena di solidarietà
La storia parte nei primi anni 2000: "A quei tempi ero andata a San Pietroburgo - spiega Gaggero a GenovaToday - e lì avevo conosciuto un gruppo di amici russi con i quali sono sempre rimasta in contatto. Poi, mesi fa, quando la Russia ha invaso l'Ucraina, ero preoccupata anche per loro, per la situazione che si era creata per chi questa guerra non la vuole. Mi sono messa in contatto con loro e in particolar modo con un amico russo che attualmente si trova in Polonia, al confine con l'Ucraina, e che ha avviato una catena di solidarietà con un'iniziativa che ha chiamato 'Grain of Solace'. Aiuta i profughi che arrivano al confine, molto spesso parte per portare direttamente aiuti nel territorio colpito dalla guerra. Parlando con lui, mi ha detto che servivano passeggini per le tante donne che scappavano con i bambini e arrivavano senza niente".
Da qui il collegamento con l'Italia: Anna si ingegna e con l'aiuto del marito - fondatore dell'associazione tRiciclo che si occupa di far circolare gratuitamente beni per bambini - ha iniziato a raccogliere passeggini. "Ho iniziato ad avvertire amici, parenti, volontari, sacerdoti, persone con cui avevo lavorato in passato. Grazie alla parrocchia del Rimedio sono riuscita a entrare in contatto con un volontario, Salvatore Tregrosso, che voleva andare al confine con l'Ucraina, così siamo riusciti a mandare il primo carico di materiale a fine aprile: passeggini ma anche cibo, medicine e altro materiale raccolto nel frattempo".
Il coro ucraino fuggito da Kiev è arrivato a Genova
Un tam tam da centinaia di persone
L'attività è proseguita a maggio, man mano che arrivavano richieste dall'Ucraina: materiale per bambini, per l'igiene, medicine, torce per non rimanere al buio e altro ancora.
Nel frattempo, chi era stato coinvolto ha contattato a sua volta amici e conoscenti: "Si è avviata una macchina di solidarietà che alla fine ha riguardato centinaia di persone - continua Anna - abbiamo sentito vecchi compagni di scuola, ex colleghi, parroci tra cui quello di Sturla, don Valentino, del Rimedio, don Filippo e di Spianata, don Davide; poi ancora amici con cui avevamo perso i contatti, aziende, negozi, professionisti. Tutti si sono messi a disposizione facendo rete, una vera catena di 'amici umanitari'. Una ditta di Sampierdarena in particolare, la Alfatech, di cui Salvatore Tregrosso è socio, ha messo a disposizione il magazzino per stoccare e impacchettare il materiale che di volta involta riceviamo".
Anche i ragazzi del Deledda coinvolti
Anna ha coinvolto anche gli studenti delle sue classi del Deledda: "Quando il mio amico russo in Polonia mi ha detto che servivano vestiti estivi per adolescenti, ho pensato di parlarne con gli alunni, grazie anche all'appoggio della preside. Abbiamo coinvolto i ragazzi come abbiamo fatto fin dall'inizio della guerra, quando in molti ci hanno fatto domande su quel che stava succedendo. Abbiamo sempre cercato di fornire loro gli strumenti per capire cosa stava succedendo, senza essere di parte. La risposta è stata meravigliosa".
Il prossimo carico: 7 pallet da Bolzaneto all'Ucraina
Il prossimo carico parte lunedì: "Abbiamo avviato una bellissima collaborazione con la comunità ucraina che abbiamo contattato. Ci era stato detto che a giugno sarebbe partito un camion di 12 metri che probabilmente non sarebbe stato pieno al cento per cento. Dunque abbiamo chiesto di poter alloggiare il nostro carico all'interno del loro mezzo, ci hanno detto di sì".
Da Bolzaneto il camion partirà dunque anche con il contributo di questo gruppo spontaneo di cittadini: 7 pallet di cibo, vestiti, medicine, giochi, biciclette e tricicli.
L'emergenza continua: "L'attenzione cala ma il bisogno di aiuto rimane"
"È molto bello - dice Anna - vedere che c'è la collaborazione di tutti, anche di un gruppo di cittadini russi che non condividono quello che sta facendo il loro Paese, sono in tanti e si muovono spesso in silenzio per aiutare la popolazione colpita dalla guerra. È anche per questo che non è giusto attribuire etichette a un popolo intero: ci sono tante dinamiche complesse, ma il fatto che ci siano tante persone di tutte le nazionalità che si muovono per la pace e per la solidarietà è un grande segnale. Cointinueremo a fare raccolte anche in futuro, chi ci vuole aiutare con raccolta beni o aiuti per i viaggi, nei prossimi mesi mi può contattare al 349 316 2901".
L'emergenza continua: "Certo - conclude lei - anzi, quello che mi ha insegnato la mia esperienza nei Balcani con Caritas è che all'inizio tutti cercano di fare il possibile per aiutare ma poi l'attenzione cala per più motivi. Noi invece vorremmo continuare facendo in modo di prolungare la catena di solidarietà".