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Strani "trenini di luci" in orbita, sono i satelliti di Elon Musk: "Portano internet nel mondo, ma inquinano il cielo"

La società di Musk ha fatto richiesta per il lancio di 30mila unità, il direttore dell'osservatorio astronomico del Righi, Walter Riva: "Rimangono visibili nelle fotografie astronomiche e rappresentano un problema per chi fa ricerca"

Con il naso all'insù, c'è chi ha pensato a delle stelle cadenti e chi agli ufo. In verità dietro a quei "trenini di luci" avvistate nella notte del 20 agosto c’è Elon Musk con il suo progetto Starlink, la costellazione di satelliti per l’accesso a Internet globale a banda larga.

"Gli oggetti che sono stati visti in queste sere come dei puntini in fila indiana sono satelliti dell'internet globale - spiega Walter Riva direttore dell'Osservatorio astronomico del Righi - dal 2019 ad oggi la Starlink di Elon Musk ha messo in orbita già più di 3mila satelliti, circa 50 alla volta, ha in programma di raggiungere presto i 12mila e ha già fatto domanda per altri 30mila".

"L'obiettivo è portare internet ovunque anche nelle zone di guerra, nelle zone colpite da cataclismi climatici". Tutto positivo allora? Ovviamente no. "Il problema è che si rischia un bell'inquinamento del cielo - continua Riva - infatti Musk ha cercato di correre ai ripari coprendo con del materiale meno riflettente i suoi satelliti, ma finora il problema rimane e al momento non c'è altra soluzione se non abituarci a vedere questi trenini nel cielo sempre più spesso".

Non esluta dunque una parte del mondo scienfitico, quello astronomico: "Quando i satelliti trovano la loro orbita si alzano e quindi non sono più visibili ad occhio nudo - conclude lo scienziato - ma rimangono nelle fotografie astronimiche e questo rischia di essere un bel problema per chi fa ricerca"

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