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L'appello: «Salviamo il mandala della 'compassione'»

L'Associazione per la Divulgazione delle Opere di Ingegno (Assodoi) ha lanciato una “petizione” (su “change.org”) denominata: « #Salviamo il “Mandala della Compassione”» (qui il link : https://chng.it/6rkjScnqqZ ): sarà molto importante il vostro aiuto

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di GenovaToday

Nell'ormai lontano 1993 cinque monaci tibetani, con la benedizione del Dalai Lama, furono artefici, a Genova, di una straordinaria performance a Palazzo Ducale, dando vita al “Mandala * di Kalachakra"alla cui realizzazione assistettero, nell'arco di un mese, 25 mila persone.

*Mandala è un'antica parola sanscrita che significa cerchio. Il mandala è un simbolo spirituale e rituale che rappresenta l’universo. In Oriente, soprattutto nell’Induismo e nel Buddismo, aiutano a focalizzare l’attenzione e definiscono uno spazio sacro che possa aiutare la meditazione. Nel buddismo tibetano i mandala vengono creati con la sabbia colorata e i monaci tibetani li realizzano seguendo una pratica speciale chiamata dul-tson-kyil-khor, che letteralmente significa “mandala di polvere colorata”.

Prima di lasciare la città i monaci ne realizzarono un secondo, all'interno di un Palazzo dei Rolli, in piazza delle Vigne nr 6**. **Il palazzo Agostino Doria fu fatto costruire all'inizio del XVIII secolo da Francesco Lamba Doria. La storia del palazzo è quella di cinque case nobili che fronteggiano la basilica di Santa Maria delle Vigne e sono stati sede della nobile famiglia dei Grillo. La riconoscenza e l'amore dei monaci, per Genova e per le persone che li avevano ospitati, avevano compiuto un vero e proprio miracolo: quello di ottenere dal Dalai Lama la specialissima dispensa a poter conservare quest'opera preziosa fatta di sabbia colorata, che tradizionalmente viene distrutta una volta realizzata in rappresentazione dell’ “impermanenza” delle cose. Genova ha dunque, senza saperlo, un importante tesoro che va conservato e valorizzato in una delle sue bellissime piazze.

La spiritualità e la storia si incontrano in un luogo magico che potrebbe popolarsi di visitatori, proprio come in quell'ormai lontano 1993. SALVARE IL MANDALA DELLA COMPASSIONE servirà a sanare un lungo contenzioso amministrativo ed evitarne la distruzione. Allo stato, infatti, l'immobile dove è "custodito" il "Mandala della Compassione" è stato "aggiudicato" (in una terza "vendita" all'asta). E c'è pochissimo tempo per salvarlo chiedendo alla Soprintendenza di “vincolare” questa “opera d’arte” che nasce dalle "sabbie del Tibet” e, così, tener viva la speranza e la possibilità di poterla ammirare ancora per molto tempo in futuro. Salviamo il "Mandala della Compassione", facendo pervenire un "attestato" di solidarietà inviando (via mail a: sr-lig@beniculturali.it e/o mbac-udcm@mailcert.beniculturali.it) la nostra richiesta di salvataggio del “mandala” (testo). E aprendo la strada, nel contempo, alla creazione di un polo di "arte tibetana" (partecipato da "pubblico e privato"). Sostieni questa iniziativa sottoscrivendo la nostra petizione. Aiutaci a raggiungere questo obiettivo! L' Associazione per la Divulgazione delle Opere di Ingegno potrà, così, continuare a conservare e difendere - nello spazio di Piazza delle Vigne nr. 6, a Genova - il "Mandala della Compassione" così come ha fatto da oltre 25 anni in uno spazio che chiunque, lo richieda, potrà visitare (seguici su "Facebook")

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