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Gli escursionisti che vogliono aprire un rifugio inclusivo e pet-friendly in memoria del fratello

Il Rifu-Gian 2.0, per cui verrà usata parte dell'eredità di Gianfranco, consentirebbe di ospitare anche degenti psichiatrici con operatori sanitari ed escursionisti accompagnati dai loro amici a quattro zampe, a completamento del rifugio Argentea gestito dal Cai

Uniti dal sangue e dalla passione per la montagna, che allena il corpo e dona sollievo alla mente: così erano Domenico, Celso e Gianfranco Merciari, tre fratelli di Arenzano. Poi due lutti con la scomparsa di Gianfranco, mancato a dicembre, che si è aggiunta a quella di Giancarlo Cuni nel 2021, caro amico della famiglia, degli alpini e anche lui amante dei monti.

Per questo, Celso e Domenico, che fanno parte del Cai di Arenzano, hanno deciso di ricordarli costruendo il "Rifu-Gian 2.0", un piccolo rifugio aperto a tutti che andrà a completare la struttura già presente sulla cima del monte Argentea, dalla vista spettacolare e a poca distanza dall'Alta Via.

Il progetto del Rifu-Gian 2.0 prevede un locale invernale con letti, tavolo e panche per accogliere gli escursionisti che vogliono riposare anche quando il rifugio Argentea - gestito dal Cai - è chiuso, da ottobre ad aprile. Ma non è tutto, perché permetterà anche ai degenti psichiatrici, coadiuvati dagli operatori sanitari, di fare nuove esperienze soggiornando fuori dalla Rsa di Pratozanino, dove Gianfranco viveva. In più, la struttura sarà aperta per tutti coloro che vogliono portare con sé i loro amici a quattro zampe. Per realizzare il progetto, Celso e Domenico impiegheranno una parte importante dell'eredità del fratello: "Sarebbe felice di questa idea - spiega Celso - la montagna gli piaceva molto, l'aveva nel sangue come noi".

Gianfranco da anni era ospitato nella Rsa Casa Nuova e Insieme di Pratozanino, sulle alture di Cogoleto, e traeva un grande giovamento dalla "montagna-terapia" proposta dal Cai: i suoi compagni ora sono parte attiva del progetto che per loro è motivo di aggregazione, stimolante ai fini del raggiungimento di un obiettivo diverso da quello delle gite del gruppo NaturalMente Insieme. "Per questo - spiega Celso - l'iniziativa non è finalizzata solo al raggiungimento finale della semplice costruzione, ma va visto anche nel contesto dell'inclusività dei soggetti fragili. Sarà un traguardo che spero di riuscire a raggiungere nel 2024, come da me preventivato. Gli amici di Gianfranco e Giancarlo, in ricordo dell'amicizia che li legava, troveranno il loro nome sulla targa fuori dalla struttura".

Per quanto riguarda Giancarlo, durante il suo mandato di reggenza del Cai di Arenzano a fine anni '90 si era battuto molto per costruire il rifugio Argentea. "Quanti fine settimana ci ha passato in primavera ed estate per accogliere gli escursionisti e fornire loro informazioni sul parco del Beigua - ricorda Celso - quante chiacchiere e battute per socializzare e far sentire ognuno come a casa propria. Quanto lavoro, anche pesante, ha dedicato alla struttura e all'ambiente circostante. Vorrei che questo progetto ricordasse Gianfranco e Giancarlo, due persone a me molto care".

La quota dell'eredità di Gianfranco, però, non è sufficiente: per questo i due fratelli hanno pensato al crowdfunding, coinvolgendo familiari, amici del Cai e colleghi e si sono messi in contatto con i Comuni di Arenzano e Cogoleto. Chi vuole contribuire può fare un versamento presso la sede del Cai Arenzano (nel parco di Villa Mina, via Cesare Battisti 3) o con bonifico a Club Alpino Italiano Sez Ligure - Sottosezione di Arenzano - IBAN IT86T0538731830000047154024 - causale: Rifu-GIAN 2.0.

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