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Il Ministero della Transizione Ecologica autorizza le ricerche minerarie nel Tigullio

Il ministro Cingolani ha dato il via libera alle ricerche di minerali come oro, argento e terre rare nell'entroterra del Tigullio. Le operazioni interesseranno un'area di circa ottomila ettari per un periodo di 3 anni

Il Ministero della Transizione Ecologica ha firmato l'autorizzazione ad un piano triennale per la ricerca di minerali preziosi nelle montagne dell'entroterra del Tigullio, in particolare le operazioni punteranno a individuare giacimenti di oro, argento, rame, zinco, manganese, rutilio, alluminio e titanio.

 La ricerca di questi minerali, molto preziosi per l’industria della tecnologia, riguarderà le valli Graveglia, Petronio, Gromolo e Vara. Il provvedimento firmato dai ministri Roberto Cingolani e Dario Franceschini non ha tenuto in particolare conto dei pareri negativi già espressi nel 2021 da tutte le autorità locali.

Al progetto, infatti, si erano opposti tutti i Comuni interessati oltre alla Città Metropolitana di Genova e alla Regione Liguria, nonostante questo il Governo ha deciso di andare avanti, forte anche della valutazione di impatto ambientale consegnata 17 gennaio che ritiene le operazioni di ricerca non impattanti per il territorio, a livello paesaggistico e ambientale.

A richiedere l'autorizzazione è stata la società torinese Energia Minerals che è controllata dall'australiana Alta Zinc Ltd, specializzata proprio negli scavi per la ricerca di metalli preziosi. L'azienda effettuerà le operazioni di ricerca nei territori dei comuni di Sestri Levante, Nè, Casarza Ligure e Castiglione Chiavarese.

Nell'area di 8 ettari, individuata dal provvedimento di autorizzazione ministeriale, in questa prima fase si svogeranno solo valutazioni sulle vecchie miniere presenti nell'area, rilievi sulle rocce di superfice e nei corsi d'acqua. Saranno poi eseguiti rilievi elettromagnetici in grado di individuare origine e natura delle rocce in profondità.

La prima fase non dovrebbe essere particolarmente impattante, i territori sono però preoccupati dall'eventuale step successivo del progetto. Infatti se dovessero essere trovati sufficienti giacimenti di minerali preziosi, la Energia Mineralis chiederà verosimilmente l'autorizzazione per l'estrazione.

In questo caso, visto anche la crisi del settore delle materie prime, le autorità nazionali potrebbero essere favorevoli a dare il via agli scavi veri e propri per raggiungere i giacimenti, circostanza che avrebbe indubbiamente un elevato impatto ambientale nelle aree dell'entroterra.

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