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Prebugin, il gin 'alla ligure' premiato a Londra

Medaglia d'argento con il punteggio di 87 su 100 per il distillato realizzato con ingredienti mai utilizzati prima: le erbe spontanee del prebuggiún tipiche della tradizione ligure, generalmente usate come ripieno dei pansoti

Prestigioso riconoscimento a Londra per il 'Prebugin', il gin dall’anima ligure unico nel suo genere perché realizzato con ingredienti mai utilizzati prima d’ora per un distillato, le erbe spontanee del prebuggiún tipiche della tradizione ligure, generalmente usate come ripieno dei pansoti. Nell'ambito della 'London Spirits Competitions' il distillato è stato premiato con la medaglia d'argento con il punteggio di 87 su 100. Si tratta di un concorso internazionale che valuta vini, liquori e birre in base alla loro qualità e che ogni anno assegna le ambite medaglie, sfiorata quella d'oro assegnata ai gin dai 90 punti in su.

Prebugin è realizzato con una miscela innovativa. Seguendo i canoni classici del London Dry Gin, secondo il disciplinare Olandese del 1600, si aggiunge al distillato una nota originale e mai sperimentata prima: il prebuggiún amplia l'aromaticità e rende questo gin secco come il tipico London dry, rimanendo estremamente rotondo e duttile al palato, accontentando il gusto più ispido e deciso fino a quello più delicato e sofisticato. Il profumo del ginepro italiano è predominante, ma viene 'ornato' da tutte le componenti aromatiche che le 13 erbe del prebuggiún vantano, dall'amaro al floreale all’erbaceo. Anche il packaging è un omaggio alla Liguria, nell'etichetta c'è uno scorcio di Boccadasse mentre nel collarino la credenza popolare per cui il termine 'Prebuggiún' si lega all'assedio di Gerusalemme quando alcuni vassalli di Goffredo di Buglione chiesero di raccogliere le erbe spontanee per preparare la minestra al loro condottiero e alle sue truppe (pro Buglionis) rimasti a corto di viveri. 

Gli ideatori sono tre amici che hanno unito le loro competenze: Enrico Valle, sommelier sempre alla ricerca di nuove etichette e di persone che fanno del vino una cultura oltre ogni confine; Giuseppe Cabona, bar manager e figlio d’arte; e l'imprenditore Matteo Crispino. Recentemente si è unito anche un quarto socio, Daniele Giovanelli.

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