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Portofino, parroco e associazioni contro gli ascensori di Malacalza

La battaglia di don Alessandro Giosso prosegue con il supporto di una petizione online firmata da molte associazioni ambientaliste

Prosegue la battaglia di don Alessandro Giosso, parroco di Portofino, contro lo scavo vicino alla chiesa Divo Martino per la realizzazione di un passo carrabile interrato nella proprietà di Vittorio Malacalza, l'imprenditore ex azionista di Pirelli e già socio di maggioranza di Banca Carige. 

In attesa del pronunciamento del tribunale il parroco incassa il supporto di molte associazioni ambientaliste, che hanno anche lanciato una petizione online contro i lavori, firmata da Associazione Internazionale Amici del Monte di Portofino, Associazione per il Monte di Portofino,  Coordinamento per il Parco Nazionale di Portofino, Fridays For Future Liguria, Istituto Internazionale di Studi Liguri - Sezione Tigullia, Italia Nostra Liguria, Legambiente Liguria e  Tigulliana.

"Il borgo e il territorio di Portofino costituiscono notoriamente una delle località più  apprezzate del mondo, una vera “perla” - si legge nella petizione - dove natura ed architettura si valorizzano a vicenda. È quindi fondamentale rispettare quegli antichi equilibri tra paesaggio e opera dell’uomo che hanno consegnato ai contemporanei un territorio incantevole ma fragile. La consapevolezza che il borgo incastonato nel golfo sulle cui acque si immergono ripidi i monti che lo circondano è 'una perla in un gioiello', impone che ogni intervento urbanistico sia attentamente valutato".

"Recentemente - proseguono le associazioni ambientaliste - sono stati avviati lavori di scavo nella collina a monte della chiesa Parrocchiale di San Martino in Portofino, per la realizzazione di due ascensori interrati ad uso esclusivo di due edifici. Il pendio dove verranno eseguiti i lavori è - secondo i promotori - soggetto a fenomeni franosi, documentati da eventi storici e dalla cartografia ufficiale. Gli scavi sono adiacenti la chiesa, monumento storico e artistico di pregio riconosciuto dal Ministero della Cultura della Repubblica Italiana e soggetto a vincolo architettonico con potenzialità archeologica molto alta, rischiano di dare avvio a un pesante dissesto idrogeologico nell’area circostante all’antico luogo di culto e a conseguenti danni irreversibili alle strutture murarie e alle decorazioni che lo caratterizzano. Chiediamo quindi alle autorità preposte alla tutela del patrimonio di porre in essere tutti i provvedimenti necessari onde evitare danni irreparabili all’intero contesto paesaggistico e ambientale".


 

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