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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Ponte Don Acciai, lavori in ritardo. Il Comune: «A gennaio getto dell’impalcato»

A giugno era iniziata la demolizione, gli interventi si sono protratti oltre il limite a causa di alcuni problemi del suolo: gli aggiornamenti dell’assessore ai Lavori Pubblici Pietro Piciocchi

I lavori per il rifacimento del ponte Don Acciai dovrebbero terminare a gennaio, con qualche mese di ritardo rispetto al termine iniziale previsto (ottobre 2020) per alcuni problemi riscontrati durante l’intervento.

A confermarlo è stato l’assessore ai Lavori Pubblici, Pietro Piciocchi, rispondendo a un’interrogazione presentata in consiglio comunale dal consigliere Davide Rossi, che poneva l’accento sui disagi rappresentati dal cantiere per i residenti del Lagaccio e di Oregina.

«Siamo in dirittura d’arrivo con i lavori - ha detto Piciocchi - l’impresa ha riscontrato difficoltà nell’esecuzione della struttura profonda prevista dal progetto per inconsistenza del terreno coinvolto. Per questo motivo la strategia di palificazione è stata modificata, è già stato effettuato un sopralluogo di azienda per verificare la costruzione in corso delle colonne che compongono l’arcata di elevazione del nuovo ponte, ed è stata sollecitata l’impresa a predisporre l’ossatura metallica».

A gennaio, ha quindi concluso Piciocchi, dovrebbe essere gettato l’impalcato e il ponte dolerebbe essere completato, con ill ritorno alla normalità sul fronte viabilità. Il ponte era stato chiuso nel settembre 2018 per motivi di sicurezza, e gli interventi hanno riguardato la parte centrale, mentre sono state conservate le due pile laterali. Il rifacimento è costato 1,8 milioni di euro, destinati agli interventi iniziati a giugno 2020.

Storia del ponte e possibili cause del cedimento

Come riportato anche al Comune di Genova, la costruzione del ponte, che collega via Bari a via Napoli e più in generale i quartieri di San Teodoro, Oregina e Lagaccio, risale alla metà degli anni Settanta, qualche anno dopo la realizzazione della tombinatura del rio Lagaccio e il tombamento del bacino idrico artificiale con la demolizione della relativa diga.

Due le possibili cause del cedimento di una pila evidenziato dai monitoraggi compiuti, avviati nel 2013 in relazione alla progettazione preliminare dell’intervento di messa in sicurezza.

La prima ipotesi è legata alle fondazioni delle quattro pile, realizzate con i cosiddetti pali “radice”, ovvero pali di piccolo diametro. Una tecnologia che negli anni Settanta era molto innovativa, adottata in via sperimentale e perciò non ancora perfettamente collaudata.

L’altro possibile motivo del cedimento riguarda la quantità dei riempimenti che hanno interessato anche quest’area, dopo il riempimento del bacino del Lagaccio. I 3 metri di terra ipotizzati all’inizio per il riempimento sopra i plinti di fondazione delle pile centrali del ponte sono poi diventati molti di più, circa 12: una quantità eccessiva che probabilmente ha sovraccaricato in modo eccessivo le fondazioni affidate ai citati pali “radice”.

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