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La proposta: "Intitoliamo la pista ciclabile a una vittima della violenza stradale"

Fiab e Genova Ciclabile: "Abbiamo lanciato un sondaggio proponendo due nomi, quello del ciclista professionista Michele Scarponi travolto da un furgone nel 2017 e quello di Rocco Rinaldi, ciclista amatoriale genovese di 70 anni morto in corso Italia dopo essere stato urtato dalla portiera di un'auto"

"Intitolare la pista ciclabile di Corso Italia a un ciclista vittima della violenza stradale". Questa la proposta lanciata dall'associazione di ciclisti Fiab, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, che conta 18.000 soci su 200 sedi sparse per il territorio nazionale tra le quali Genova e dal gruppo Facebook #genovaciclabile con i suoi 9.873 membri.

Foto | La nuova pista ciclabile di corso Italia

"Recentemente è stata pubblicata una proposta di un giornalista di una Tv locale di intestare la pista ciclabile di Corso Italia a Paolo Villaggio - esordiscono Fiab e Genova Ciclabile - noi non sono d'accordo. Non abbiamo nulla contro l'illustre comico genovese, ma il suo accostamento con una ciclabile risulta inopportuno. Riteniamo che l’accostamento Villaggio/bici faccia pensare subito a Fantozzi relegando ad un fatto comico la mobilità ciclistica che di comico non ha proprio nulla. Anzi è una cosa molto seria che ci aiuterà a migliorare la qualità della vita di questa città. Se proprio si vuole intestare a qualcuno la nuova pista ciclabile va fatto ad un ciclista vittima della violenza stradale. A Paolo Villaggio si potrà sempre intestare una delle nuove vie del Waterfront di Levante e poi Fantozzi ha comunque da molti anni già a lui dedicato un simpatico trofeo goliardico in bici".

Alessandra Repetto, fondatrice di #genovaciclabile e pasionaria della mobilità ciclistica genovese ha dichiarato: "Ho profonda stima per Paolo Villaggio e amo profondamente Fabrizio De Andrè, per citare due esempi illuminati e straordinari che onorano la nostra città. Nonostante sia convinta che Paolo da una parte si sarebbe inventato uno sketch comico per ironizzare sulla chiusura di una fetta dei genovesi nei confronti della ciclabilità e dall’altra Faber avrebbe composto una ballata sull’emergenza climatica e avrebbe usato anche la bicicletta, ritengo più opportuno che a battezzare una pista ciclabile sia chi, con la sua costruzione, vivrebbe ancora con noi tra l’amore dei propri cari. Non si può più morire perché si attraversa la strada o perché si usa una bicicletta e il nome che sarà scelto ce lo ricorderà come un monito. Tristemente sono molti e molte saranno le future piste ciclabili che li ricorderanno. Iniziamo col pedale giusto".

Dal canto suo Romolo Solari, presidente di Fiab Genova, ci tiene a rimarcare la serietà della proposta: "In Italia nel 2021 abbiamo avuto 2.875 morti per incidenti stradali e 204.728 feriti, spesso gravi. I ciclisti morti sono stati 220 spesso vittime di comportamenti errati quali la distrazione, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata. Una pista ciclabile può salvare la vita al ciclista è quindi una cosa estremamente seria".

Fiabn e #genovaciclabile hanno pertanto lanciato un sondaggio fra i loro simpatizzanti nel quale chiedono di scegliere uno dei due nomi di ciclisti morti sulle strade, uno nazionale più noto ì ed uno locale. Quello che otterrà maggiori voti, previo consenso della famiglia, verrà proposto al Comune di Genova. Il sondaggio è raggiungibile al link https://bit.ly/sondaggio_corso_italia e rimarrà in rete dal 22 agosto al 22 settembre, giorno di chiusura della Settimana Europea della Mobilità.

La scelta andrà fatta fra:

  • Michele Scarponi. Ciclista su strada, professionista dal 2002, soprannominato L'Aquila di Filottrano per le sue caratteristiche di scalatore, vinse la Tirreno-Adriatico 2009 e, dopo la squalifica di Alberto Contador, il Giro d'Italia 2011. Il 22 aprile 2017, mentre si stava allenando per le strade di Filottrano, sua città di residenza, veniva mortalmente investito da furgone che non aveva rispettato lo stop.
  • Rocco Rinaldi. Ciclista amatoriale genovese di 70 anni, il 5 marzo 2015, stava percorrendo in bicicletta Corso Italia, urtato dalla portiera di un’auto, aperta all’improvviso, cadeva sull’asfalto e veniva investito dallo scooter che sopraggiungeva. Trasportato all’ospedale moriva poco dopo.
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