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Il Mondiale di pesto fa tappa in Niger, vince una studentessa di 20 anni

In una scuola di Niamey ragazzi e ragazze che sognano di diventare chef internazionali si sono cimentati con la nostra specialità, il campione Emiliano Pescarolo: "Prima volta per loro, ma ci hanno messo in difficoltà, erano tutti veramente eccellenti e avrebbero dato filo da torcere alle persone più esperte anche nella finalissima genovese"

Il pesto non ha confini e arriva anche in Niger dove, lo scorso 18 novembre, è stata organizzata la IV eliminatoria del X campionato mondiale di pesto genovese al mortaio, che si terrà a Genova a marzo 2024. In occasione della giornata internazionale della cucina italiana nel mondo, in una scuola di Niamey, in Niger, ragazzi e ragazze che sognano di diventare chef internazionali si sono cimentati con la nostra specialità culinaria, grazie all’Ambasciatrice italiana Emilia Gatto e alla presenza del campione del mondo 2018 Emiliano Pescarolo e dello chef genovese e imprenditore di ristoranti Paolo Ferralasco .

Ha vinto la studentessa modello Leila Abdou, 20 anni, al sesto mese del suo corso di studi, per l’orgoglio della direttrice Stephanie Cahn e la soddisfazione del Ministro della Gioventù del paese. L’occasione della gara al 'Centre de Formation en Hotellerie Acces' ha generato altri eventi importanti: una conferenza sulla cultura italiana all’Università di Niamey e altre iniziative sociali all’ambasciata e nel territorio. Tutte le autorità locali, diplomatiche e della cooperazione internazionale erano presenti all’evento che si è rivelato, come era nelle intenzioni italiane, di alto prestigio, di affermazione delle nostre eccellenze e non ultimo dello stile con cui vengono comunicate e condivise in ogni parte del mondo.

Emiliano Pescarolo, campione del mondo di pesto nel 2018, racconta: "Gare ne abbiamo fatte, ma come questa mai. I giovani concorrenti sono stati uno spettacolo, era la prima volta che facevano il pesto al mortaio, ma hanno finito in 15 minuti senza nemmeno sporcare le tovaglie e ci hanno messo in difficoltà nella scelta del miglior pesto perché erano tutti veramente eccellenti. Alla finalissima di Genova avrebbero dato seriamente del filo da torcere alle persone più esperte. Di questa esperienza tengo con me due cose: da un lato il silenzio mistico con cui hanno assistito alla lezione di pesto al mortaio che precede ogni eliminatoria, e dall’altro l’allegria la partecipazione la quantità di selfie scattati alla fine della gara, neanche fossimo Ronaldo e Messi".

Lo chef Paolo Ferralasco aggiunge: "I ragazzi non sapevano nulla della nostra salsa ma in un solo quarto d’ora hanno prodotto un pesto genovese di altissima qualità. Uno dei giudici, direttore dell’hotel di superlusso Radisson di Niamey, ha offerto ai primi tre classificati uno stage alla fine della scuola con ottime possibilità di occupazione e la cosa ci ha fatto un enorme piacere. Quando Leila Abdou ha saputo di aver vinto ha pianto per la commozione, come se nella sua vita si fosse aperto uno spiraglio che non osava nemmeno sognare. È stata così brava che l’ho invitata a farmi da assistente ad un pranzo importante dell’Ambasciata il giorno dopo. Ho preparato gnocchi di castagne, il pesto lo ha fatto lei".

Infine il commento di Roberto Panizza, ideatore del campionato mondiale di pesto: "In passato eravamo già stati coinvolto in altre Giornate Internazionali della nostra cucina organizzate dal Governo Italiano, in particolare a Parigi e a Lille. L’ambasciatrice Italiana Emilia Gatto ci ha voluti in Niger dopo le positive esperienze vissute in Francia. Quella di Diamey è stata un’altra avventura positiva, una giornata di rappresentatività dell’eccellenza italiana e anche una trasmissione di valori: l’antica universalità della cultura alimentare ligure insieme alla moderna fascinazione del pesto che tocca i giovani e tutti quelli che si sentono cittadini del mondo. Sono certo che l’ulteriore sviluppo internazionale sarà la mission del Pesto Championship nei prossimi anni".

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