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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Attualità San Martino / Piazza Marcello Remondini

Dal crowdfunding al viaggio a Palermo, lacrime ed emozioni per gli 'ambasciatori della legalità' genovesi

Tappa conclusiva di un progetto biennale portato avanti dall'Istituto Comprensivo San Martino-Borgoratti: 15 studenti alla scoperta dei luoghi della mafia, attraverso le testimonianze di chi l'ha vissuta in prima persona

Dai libri di scuola alla realtà toccata con mano. L'ultima tappa (per quest'anno scolastico) del 'progetto legalità' portato avanti dall'Istituto Comprensivo San Martino-Borgoratti è stato un viaggio a Palermo, alla scoperta dei luoghi della mafia, attraverso le testimonianze di chi l'ha vissuta in prima persona, e combattuta. Un'esperienza indimenticabile per i 15 studenti di 12 e 13 anni che hanno vinto il concorso "A scuola di legalità: il mio 'No' alla mafia", abbinato a una raccolta fondi online che ha permesso di coprire quasi per intero le spese del viaggio. Gli studenti delle classi seconde e terze della Secondaria avevano presentato elaborati in quattro sezioni, letteraria, grafica, video e powerpoint, una commissione interna aveva poi decretato i vincitori, diventati veri e propri 'ambasciatori di legalità' della comunità scolastica e ora chiamati a trasmettere a tutti gli altri ragazzi quanto hanno appreso 'sul campo'. Momento clou di un percorso biennale realizzato nella scuola di piazza Remondini, tra flash mob, iniziative con le forze dell'ordine e approfondimenti in classe per conoscere meglio la storia recente del nostro Paese.

"Un'emozione percorrere i 100 passi di Peppino Impastato"

Tra lunedì 8 e mercoledì 10 maggio i 15 studenti, accompagnati dalle docenti Anna Scarpato e Giuliana Tozzi e dal dirigente scolastico Paolo Tocco, hanno fatto una vera e proprio 'full immersion' a Palermo, visitando i luoghi chiave della guerra Stato-mafia, come racconta la professoressa Scarpato della scuola Boccanegra a Genova Today: "La prima tappa è stata Cinisi, a 45 anni dalla morte di Peppino Impastato. Siamo stati accolti dalla nipote Luisa, che aveva conosciuto nonna Felicia che si è sempre battuta per avere verità e giustizia. Un'emozione forte per i ragazzi percorrere i famosi 100 passi che dividevano la casa di Impastato da quella di Tano Badalamenti, condannato come mandante dell'esecuzione mafiosa. Da Cinisi ci siamo spostati al memoriale di Capaci, una lunga e silenziosa passeggiata con un momento di raccoglimento molto importante per gli studenti. Qui hanno potuto vedere il luogo della strage e quanto è stato fatto per ricordare le vittime, Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro".

Le testimonianze dei superstiti 

Altri appuntamenti anche il secondo giorno di viaggio: "Abbiamo percorso via Maqueda - racconta ancora la professoressa Scarpato - visitato la chiesa di San Domenico e la tomba di Giovanni Falcone e la fondazione Falcone, accolti da Maria, sorella del magistrato ucciso dalla mafia. Una bella sorpresa per i ragazzi e un'occasione per conoscere meglio aneddoti e storia da una persona che ha vissuto in prima persona gli anni del pool anti mafia, con noi anche Leonardo Guarnotta, uno dei superstiti di quegli anni. Ci hanno raccontato le preoccupazioni di Falcone e Borsellino, per i ragazzi è stato davvero emozionante toccare con mano quanto avevano letto solo sui libri di scuola. Siamo anche stati invitati a visitare l'aula bunker, ci andremo il prossimo anno perché questo progetto proseguirà coinvolgendo nuovi studenti".

Progetti per il futuro: "I ragazzi della Casa di Paolo a Genova"

E poi progetti sociali, il confronto con 'Addio pizzo', associazione che aiuta i commercianti a ribellarsi e a non pagare i mafiosi, con 'Libera bottega' che vende a Palermo prodotti coltivati sui terreni confiscati alla mafia e il terzo giorno la 'Casa di Paolo' nei locali dell'ex farmacia Borsellino, dove opera un'associazione che porta avanti progetti per aiutare i ragazzi del quartiere La Kalsa a scegliere la strada giusta, evitando la criminalità organizzata: "Siamo stati accolti dalla nipote Roberta Gatani - spiega ancora la docente - qui c'è una casa accoglienza, uno spazio per i compiti, ma anche uno sportello psicologico e legale per aiutare le famiglie. Una realtà fortemente voluta da Salvatore Borsellino, per offrire un'alternativa reale ai giovani della zona. Tra i progetti in cantiere anche quello di farne venire alcuni a Genova, per un confronto con tutti i nostri studenti".

Lacrime in via D'Amelio 

Grande emozione anche in via D'Amelio, luogo dell'attentato in cui hanno perso la vita Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L'unico sopravvissuto fu l'agente Antonino Vullo, incontrato dai ragazzi: "È stato uno dei momenti più forti - spiega la professoressa Scarpato - i nostri ragazzi avevano le lacrime agli occhi. Hanno parlato anche con Luciano Traina, che proprio la mattina dell'attentato si trovava a pesca con il fratello Claudio, che aveva un brutto presentimento. Racconti crudi, ma necessari per capire davvero cosa è stata la mafia e cosa ha fatto nel nostro Paese. Abbiamo poi visto la casa sottosopra, che diventerà una casa di accoglienza per ragazzi di Palermo grazie all'impegno di Alberto, marito della dirigente Testa, in cantiere tanti progetti per il prossimo anno". 

Il confronto con gli altri studenti

Ora gli 'ambasciatori della legalità' della scuola racconteranno ai propri compagni l'esperienza, previsti anche momenti di confronto con le famiglie e con altri istituti, come quello del prossimo 23 maggio all'istituto Fermi: "Un viaggio che ci porteremo dentro - conclude la professoressa Scarpato - e che ha coinvolto moltissimo anche il nostro preside, Paolo Tocco, è stato bellissimo vederlo 'giocare' con i ragazzi e ritrovare la dimensione 'paterna' di docente. Ci tengo anche a ringraziare tutte le persone che hanno lavorato a questo progetto, anche dietro le quinte, come la segreteria guidata da Michela Rebolia, le idee diventano realtà grazie al grande lavoro organizzativo".

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