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Concessioni balneari e nuove regole per le spiagge: il Governo cerca un'intesa

Dopo la pronuncia del Consiglio di Stato che ha stabilito la decadenza a fine 2023 delle attuali concessioni balneari e le proteste dal mondo della balneazione ligure, in Consiglio dei Ministri si discute una riforma del settore

Il Governo sta cercando di trovare un'intesa per approvare una norma che disciplini il rinnovo delle concessioni balneari. Un tema caro al mondo imprenditoriale ligure e che ha visto impegnata la Regione in costanti richieste al Governo di interventi riformatori del settore.

Tutto è iniziato dopo due sentenze del 9 novembre 2021 con le quali il Consiglio di Stato ha stabilito che a partire dal primo gennaio 2024 tutte le concessioni balneari italiane dovranno essere affidate attraverso un bando di gara pubblico. Quelle attualmente in vigore potranno essere prorogate solo fino al 31 dicembre 2023.

Una sentenza che applica la normativa europea sulla concorrenza introdotta nel 2006 con la direttiva Bolkestein. Questa norma stabilisce che i beni demaniali devono essere affidati in concessione attraverso bandi di gara aperti a tutti gli operatori.

La Liguria è una delle regioni con la percentuale più alta di costa occupata da stabilimenti privati, la sentenza dei giudici amministrativi colpisce un settore importante dell'economia regionale.

L'assessore Scajola e il presidente Toti hanno inviato più volte il Governo a prendere un'iniziativa per tutelare la posizione degli imprenditori balneari che rischiano di perdere il valore degli investimenti nelle loro attività. 

La discussione per trovare una soluzione condivisa è fissata nell'agenda di palazzo Chigi per la giornata del 15 febbraio, i ministri si riuniranno per studiare una norma specifica che vada ad integrare il disegno di legge sulla concorrenza approvato nel 2021.

La proposta avanzata dalla Lega e condivisa anche dagli esponenti liguri del partito è quella di far leva sulla difesa degli interessi legittimi degli imprenditori balneari, che rischiano di perdere il valore degli investimenti fatti negli stabilimenti balneari.

La sentenza del Consiglio di Stato e la normativa europea non potranno essere contradette, probabilmente il Governo terrà in considerazione investimenti e mutui fatti dagli imprenditori per le loro attività. Inoltre studierà tutele per le attività a conduzione familiare, per le quali lo stabilimento è unica fonte di sostentamento, e per i lavoratori della ristorazione.

Tutele che probabilmente si tradurranno in paletti che le diverse amministrazioni locali dovranno inserire nelle procedure di gara per riconoscere la posizione degli attuali gestori ed evitare che l’apertura del mercato porti a un'eccessiva concentrazione delle spiagge in mano a pochi soggetti.

Sulla questione è intervenuta anche Adiconsum Liguria che ha chiesto tutele per la spiagge libere che, in Liguria, sono solo il 15% del litorale. Un dato tra i peggiori d'Italia. L'associazione dei consumatori chiede di essere ascoltata dal Governo insieme a Legambiente per poter tutelare anche le spiagge libere e il diritto di accedere al mare.

Salvetti, di Adiconsum Liguria, ha dichiarato che in Liguria, e a Genova in particolare, la situazione delle spiagge è inaccettabile, che l'attuale sistema di concessioni favorisce le lobby e penalizza i cittadini:

“Faremo volantinaggio sulle riviere, incontri informativi contro una politica strabica che favorisce le lobby. Questa è un’occasione storica. Senza contare casi limite come quello di Corso Italia  dove le aree libere sono praticamente inesistenti. Si tratta di una battaglia di diritti, di equità: dobbiamo essere invitati ai tavoli decisionali. Noi, le associazioni ambientalisti e i sindacati".

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