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Mostra anni Sessanta con una Carrà del 1974. Per i curatori: "Raffaella personaggio senza tempo"

Le ragioni della scelta nella replica della direttrice di Palazzo Reale, Alessandra Guerrini

"Raffaella - lo sappiamo - è un personaggio senza tempo". Così si giustifica la direzione di Palazzo Reale per aver utilizzato una foto di una soubrette degli anni Settanta per illustrare la mostra dedicata al decennio precendente. Era stato GenovaToday a sollevare i dubbi sul manifesto per l'esposizione "Genova Sessanta", su segnalazione del lettore Andrea Guglieri.  

"Gli attuali proprietari non sono stati in grado di darci la data esatta della realizzazione dell'opera, che abbiamo collocato in base al percorso artistico di Caminati e anche alle immagini della Carrà di quel periodo", scrive in una lettera la direttrice Alessandra Guerrini. "Il look di Raffaella in quel dipinto è lo stesso della Canzonissima del 1970, facilmente reperibile su Raiplay. L'immagine, citata nella scheda, più vicina al nostro dipinto è anche quella della copertina del disco "Ma che musica maestro" edito dalla RCA nello stesso 1970".

La tesi di datazione proposta dalla direttrice non convince però: il ritratto della Carrà di Caminati, pubblicato sulla Domenica del Corriere nel 1974, è ancora più congruente con il look di Raffaella nel 1974 come appare nello show "Milleluci" che la consacra star assoluta al fianco di Mina, la vera icona pop italiana degli anni '60.

Soltanto ad ottobre, proprio dopo quella pubblicazione, in Canzonissima la Carrà appare con una frangia diversa. La copertina del disco "Rumore", ancora a ottobre 1974, vede una Carrà identica a quella di Caminati, che pare cogliere anche quel più di maturità rispetto a quattro anni prima, in una donna tra giovinezza e maturità. Quella dei curatori appare dunque più una conferma, seppur in termini "eleganti", della gaffe oppure che la Carrà sia stata scelta perché di richiamo. Difficile poi trovare legami tra la Carrà e Genova negli anni Sessanta in una mostra a quel periodo dedicato.

La direttrice continua: "Essendo l'opera di grande formato è molto improbabile che l'artista l'abbia realizzata appositamente per la copertina della Domenica del Corriere, e ben più probabile che l'abbia riutilizzata qualche anno dopo in periodo di fama crescente della Carrà (tra parentesi, nella Canzonissima del 1974 Raffaella ha una pettinatura diversa, col ciuffo)".

Chi dice però che l'artista non abbia invece realizzato prima l'opera in formato piccolo e poi grande? Caminati, con una produzione alle spalle molto alla larga da quel genere, dice in un'intervista che ha realizzato l'opera su commissione della Domenica nel 1974. Il volto e la pettinatura di "Milleluci" sono molto più "identici" al ritratto di quelli del 1970, si vede quel di più di età ma anche la leggera differenza di pettinatura. Non prendere per vero quanto dichiarato da Carminati porterebbe anche a mettere in dubbio il ritratto di Leone allora, caratterizzato appositamente sul tema del momento, sostenendo che non sia il presidente del 1974. Ancora, la copertina dedicata agli Agnelli, nello stesso anno, è descritta  come un foglio su legno; una vera opera quindi che poi il giornale riduceva a copertina.

Da Palazzo Reale arrivano infine le ragioni della scelta: "Sapevamo bene che l'immagine si colloca appunto intorno al 1970, ai limiti del decennio della mostra, ma l'abbiamo scelta tra le tre immagini guida per molti motivi: perché è un'immagine pop tipica di quegli anni e dal forte impatto visivo - tanto è vero che ne stiamo parlando -, perché rappresenta la freschezza e l'allegria di quel momento storico e infine come omaggio a una grandissima artista da poco scomparsa, la cui forza stava proprio anche nel messaggio di liberazione del corpo femminile così caratteristico di quegli anni, e anche dei '70: ma Raffaella, lo sappiamo, è stata sempre in anticipo sui tempi".

Forse anche i curatori della mostra hanno giocato un po' d'anticipo rispetto al contenuto della mostra da loro curata.

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