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Monopattini in sharing, a Tursi si vota sulla sperimentazione

Il gruppo Pd presenterà in consiglio comunale una mozione finalizzata a impegnare sindaco e giunta ad avviare l'iter per la sperimentazione con aziende che si occupano di noleggio in condivisione

Il 2020 inizia all’insegna della mobilità alternativa, in particolare dei monopattini. Complice la pubblicazione in Gazzetta della norma che li equipara alle bici (e che ne permette quindi la circolazione in ambito urbano) e i tanti che li hanno scelti come regali di Natale, anche a Genova il numero di monopattini, nei primi giorni dell’anno, è aumentato.

Dalle zone prive di auto come il Porto Antico e via San Vincenzo alle più trafficate via XX Settembre o largo Zecca, vedere giovani e meno giovani sfrecciare a bordo di un monopattino - nella stragrande maggioranza dei casi, va detto, con tutte le precauzioni necessarie, casco in primis - è diventato ormai frequente, anche se in città al momento non c’è un regolamento specifico che gestisca la micromobilità. 

Sono i singoli Comuni, infatti, a dover stabilire le linee guida per avviare sperimentazioni che riguardano non soltanto l’utilizzo privato, ma anche l’eventuale arrivo di società che si occupano di sharing, come per esempio i colossi Byrd o Lime, attivissimi e altrettanto utilizzati all’estero. 

Il sindaco Marco Bucci e la sua giunta, sino a oggi, non si sono sbilanciati troppo. Il primo cittadino aveva sì detto che i monopattini «sono molto rischiosi, e quindi proibiti» a metà dicembre, due settimane prima della pubblicazione dell’emendamento in Gazzetta, ma l’assessore alla Mobilità Matteo Campora, che si era sempre detto aperto al dialogo su questo fronte, con la pubblicazione si è di fatto ritrovato con gran parte del problema risolto. Le linee guida della sperimentazione, infatti, le detta di base la legge, equiparando i monopattini alle bici e consentendo quindi di applicare il regolamento che vale per le bici, e che in linea di massima prevede che vengano utilizzate con le dovute protezioni, luce anteriore e posteriore e giubbotto catarifrangente e con limiti di velocità.

Monopattini in sharing a Genova, se ne parla in consiglio comunale 

La questione monopattini, però, approderà comunque in Comune, perché il gruppo Pd ha deciso di presentare una mozione nel corso del consiglio comunale di giovedì 9 gennaio facendo in particolare riferimento al servizio di sharing. La richiesta, insomma, è di seguire le orme di Milano e Torino, e di avviare l’iter per l’attivazione di servizi di sharing proprio come a Genova avviene per le bici e gli scooter elettrici.

«Il monopattino è a misura sia della città sia dell'essere umano perché permette di scegliere di coprire distanze brevi ma non abbastanza per essere percorse a piedi in breve tempo, perché è l'unico mezzo abbastanza solido per percorrere tragitti medi ma anche sufficientemente piccolo per essere portato con sé una volta arrivati a destinazione, evitando il rischio furto, perché è pieghevole e può essere portato con sé su altri mezzi di trasporto come treni o autobus o metro, dunque è complementare a tutto, non esclude niente, ha un peso in media tra i 10 e i 13 chilogrammi che non è eccessivo», scrivono i consiglieri Cristina Lodi, Alberto Pandolfi, Stefano Bernini, Alessandro Terrible e Claudio Villa, ricordando che «lo sharing per la mobilità leggera vuol dire per esempio monopattini con stalli dedicati, definizione della possibilità di circolare ovunque con i limiti di velocità previsti per legge, spinta ai gestori per predisporre eventi di comunicazione e formazione sul codice della strada, previsione di una quota a bici o monopattino per pagare l'utilizzo del suolo pubblico e la gestione ed il controllo da parte del Comune».

La mozione dovrebbe essere discussa giovedì in Sala Rossa, e passare al voto: se venisse approvata, la giunta si impegnerebbe «ad applicare la norma nazionale che riguarda l'utilizzo dei monopattini elettrici in città e ad avviare una sperimentazione sharing per l'utilizzo del monopattino elettrico come a Milano e Torino», prendendo così una posizione definitiva sul futuro della micromobilità a Genova.

Di certo c’è che a oggi resta, in maniera evidente, il problema infrastrutturale: poche le piste ciclabili, pochi gli stalli in cui sarebbe possibile parcheggiare un gran numero di monopattini, e ancora in alto mare l’ipotesi definizione di zone dove potrebbero di fatto circolare. Il centro storico, per esempio, resta una zona grigia: in alcune città europee è consentito circolare con i monopattini, in altre invece - come per esempio Praga o Budapest - severamente vietato. Tutti aspetti che non solo la giunta dovrebbe prendere in considerazione, ma anche l’eventuale operatore che decidesse di sbarcare a Genova per proporre il proprio servizio di sharing.

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