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Attualità Pegli / Via Gerolamo Rovetta, 4

A 87 anni lavora ancora nella sua enoteca storica: "Il segreto? La passione e lo studio"

Storia di Giacomo "Mino" Ricci, 87 anni, che tutte le mattine alza la serranda della sua enoteca, bottega storica di Pegli, che quest'anno spegne ben 90 candeline: "La pensione? Non ci penso nemmeno, il mio lavoro mi piace troppo"

A 87 anni, tutti i giorni, Giacomo "Mino" Ricci alza la serranda della sua enoteca, bottega storica di Pegli, in via Rovetta, che quest'anno spegne ben 90 candeline. Ma prima di lavorare, a volte, il mattino presto - quando per le strade ancora c'è poca gente - gli piace fare un giro e ammirare la sua delegazione dal lungomare, con le casette colorate che si affacciano sulla promenade: "Pegli è bella, a me piace più di Camogli" dice orgoglioso. Poi si avvia in enoteca, dove sceglie con cura le etichette da proporre ai suoi clienti: "La pensione? - dice - Nemmeno per sogno, amo il mio lavoro".

La storia dell'enoteca: "Abbiamo visto Pegli cambiare"

La storia dell'enoteca Ricci inizia nel 1932, per l'appunto 90 anni fa, tre anni prima della nascita di Mino: "Il negozio agli inizi era una fiaschetteria - racconta a GenovaToday - e apparteneva a una sorella di mio padre, Delfina Ricci. Poi durante la guerra siamo scappati in Piemonte, sfollati: mio padre aveva un altro negozio a Genova e aveva dovuto venderlo. Nel '45 siamo tornati in Liguria e l'attività di Pegli è passata a mio papà, Elia Ricci, e si può dire che di conseguenza io sia cresciuto in negozio". 

Poi i tempi sono cambiati e il boom e la voglia di benessere dopo i tempi bui della guerra hanno spinto la famiglia a spingersi oltre la fiaschetteria: "Avevamo iniziato con tre tipi di vino, un po' di vermouth, marsala e brandy. Era quello che si vendeva nel dopoguerra. Poi man mano che la gente ha iniziato a stare un po' meglio c'è stata un'evoluzione: abbiamo allargato il negozio che prima era più piccolo, abbiamo iniziato a imbottigliare, siamo diventati un'enoteca vera e propria, e infine sono subentrato io a mio padre, era il 1964. Da allora, il titolare dell'attività sono io". La trasformazione dell'enoteca Ricci non si è fermata nel tempo: "Pian piano ci siamo trasformati seguendo i tempi e ci siamo specializzati in vini, alcuni tipi di liquore, whisky, grappe e rum".

Una vita ad aprire la serranda del negozio e a osservare il quartiere (anzi, "il paese" come lo chiama ancora Ricci) che cambiava: "Pegli ha subito tantissime trasformazioni. Una volta era una località balneare di grido, nell'Ottocento venivano i reali e la nobiltà italiana e inglese a fare le cure all'Hotel Mediterranee, ancora fino ai primi anni '60 giungevano turisti da ogni dove. Poi sono arrivate l'Italsider, le petroliere, la spiaggia ha iniziato a colorarsi si catrame e i villeggianti si sono spostati tutti in riviera o in campagna. Nel frattempo ho visto costruire il quartiere Giardino, Pegli 2, via della Pineta, la piana Pallavicini: con il boom la gente iniziava a stare bene e c'era fame di case".

Com'è Pegli adesso? "Migliorata rispetto al passato, le spiagge ormai sono pulite anche se ormai, come si suol dire, i buoi sono scappati dalla stalla e i turisti non tornano più come una volta. Ma non ci possiamo lamentare, quando la mattina vado a vedere il panorama dal lungomare penso che Pegli con tutte le sue casette sia davvero molto bella, a mio parere più ancora di Camogli".

La ricetta per attraversare le crisi: "Lavoro, passione e studio"

L'enoteca Ricci ha resistito alle crisi economiche che si sono alternate nel tempo grazie alla determinazione di Mino e di sua moglie, 80 anni, che lo aiuta da sempre in negozio. La coppia ha tre figli che però si sono specializzati in professioni diverse, dunque l'enoteca è portata avanti esclusivamente dall'uomo e dalla sua compagna di vita (e di lavoro). "Come abbiamo fatto a portare avanti il negozio fino a oggi attraversando le difficoltà di quasi un secolo? - ride Mino - Sicuramente mettendoci tanta passione, abnegazione e studiando. Lo studio è importantissimo anche per un'attività come la mia: bisogna conoscere le vigne, i tipi di uva, i prodotti fin dalle loro materie prime, la bottiglia è uno degli ultimi passi. In Italia ci sono centinaia di migliaia di etichette, con il tempo le ho studiate quasi tutte: il negozio non è enorme, bisogna fare delle scelte e io punto sulla qualità, sia per la bottiglia da 5 euro che per il Barolo da 1100. E poi tanto, tanto lavoro e impegno, senza pensare di arricchirsi: io mi ritengo fortunato perché amo quello che faccio, sono cresciuto in mezzo alle vigne, dunque non mi pesa molto lavorare anche nei festivi, fare poche ferie, sacrificare il mio tempo per cercare di migliorare sempre di più il negozio. Negli anni mi sono reso conto che lavorare sodo è una condizione necessaria per mandare avanti bene un'attività. In futuro? Chissà cosa succederà, i miei figli hanno scelto strade diverse, se mi stancassi potrei cedere l'attività, ma solo a un altro appassionato perché non voglio vederla andare in rovina. In ogni caso, finché ce la faccio voglio continuare a portare avanti io il negozio, è parte della mia vita".

I 90 anni della bottega storica e la festa

L'enoteca, negli anni, ha ricevuto il prestigioso riconoscimento di "bottega storica" entrando nell'albo curato da Soprintendenza, Comune, Camera di Commercio e associazioni di categoria del commercio e dell'artigianato di Genova: "Ne sono molto onorato, sono uno dei 52 negozi che hanno ricevuto questo titolo, ho fatto un sacco di fotocopie della lettera che mi è stata inviata e la metto insieme agli acquisti dei clienti. Le persone sono contente di venire in un'enoteca che ha ricevuto questo riconoscimento".

La bottega oggi, venerdì 28 ottobre, festeggia i 90 anni di attività: appuntamento alle 19 in negozio con degustazioni e stuzzichini. Non mancherà un omaggio ai 90 anni del celebre pittore e scultore Fernando Botero, e si riderà con Fabrizio Casalino.

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