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Ex mercato di via Bologna, a gennaio i lavori per "il più importante centro di riuso della città"

I lavori dovevano partire mesi fa, ma il cantiere è ancora fermo. Il punto della situazione

Partiranno a gennaio (se tutto va bene) i lavori dell'ex mercato di via Bologna, a San Teodoro. La struttura, chiusa da tempo, diventerà un polo aggregativo per il quartiere e ospiterà il nuovo centro del riuso di Amiu, dopo la perdita della Fabbrica del Riciclo causata dal crollo del ponte Morandi. Ma dopo la presentazione del progetto, lo scorso febbraio, i lavori che sarebbero dovuti partire a breve non sono più stati avviati. 

"È un grande incompiuto - dice Monica Russo, consigliera comunale del Pd intervenendo in Aula Rossa -. Erano stati annunciati i lavori con sopralluoghi e tagli di nastri, ma al momento non abbiamo più visto nulla. Ci sono le risorse per il cantiere a bilancio? Quando è previsto davvero l'inizio di questi lavori così utili per il quartiere di San Teodoro?"

A rispondere, l'assessore all'Ambiente Matteo Campora che premette che i soldi ci sono, 400mila euro nel bilancio di Amiu. L’affidamento dei lavori è già stato dato, ma c’è un ritardo dovuto alla dialettica tra il committente Amiu e l’appaltante perché c’è stato un aumento dei costi, aumento che riguarda non solo i cantieri pubblici, ma anche quelli privati. C’è una trattativa per individuare i nuovi costi. Circa un mese fa ho fatto una riunione in aula con Battista Raggi di Amiu e mi è stato assicurato che siamo vicini alla soluzione per accontentare le imprese".

Per quanto riguarda il cronoprogramma, Campora ha parlato di gennaio come mese per l'inizio dei lavori (che, precisamente, erano stati già formalmente avviati ma si erano fermati quasi subito dopo): "Ritengo che gennaio sarà un mese decisivo e si potranno riavviare i lavori. Il progetto c’è, i soldi pure, diventerà il più importante centro di riuso della città, servirà a riqualificare la zona e sarà fruibile anche dalle associazioni: valuteremo quali associazioni e attività potranno farne parte. Va a sostituire la fabbrica che si trovava sotto il ponte Morandi che è stato uno spazio importante dove si potevano portare oggetti e dare loro una seconda vita. Replicheremo quell’esperienza, parallelamente al progetto comunitario Surplus. Siamo in ritardo, ma cercheremo di recuperare".

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