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Dal Mercato del Carmine al Teatro Altrove, le associazioni a Bucci: «Basta bandi di gara indiscriminati»

Quanto accaduto alla struttura di piazza del Carmine fa da volano alla protesta di chi nel centro storico vive e opera: «L’impatto del nuovo insediamento non deve andare a sfavore del territorio»

Rivedere le procedure di assegnazione dei bandi di gara per gli spazi pubblici per evitare che vengano trascurati: è l’appello della Rete Centro Storico, nata per riunire le associazioni attive nella città vecchia, partito dal Mercato del Carmine.

Il Mercato del Carmine è, infatti, chiuso ormai da mesi: con la fine dell’estate i gestori, complici i lockdown e il meccanismo di assegnazione delle zone di rischio, hanno deciso di chiudere i battenti di una struttura che aveva inaugurato nel dicembre del 2019 con un nuovo meccanismo.

La prolungata chiusura di quello che i residenti del quartiere desideravano venisse trasformato in un presidio fondato anche sull’associazionismo ha rinfocolato la polemica sulle modalità con cui gli spazi pubblici vengono assegnati. Che la Rete Centro Storico, di cui fa parte, tra gli altri, anche l’associazione CarMine, ha chiesto di rivedere al Comune.

«A tutela dei territori  sarebbe assolutamente  necessario che i criteri per quei bandi fossero pensati e condivisi con le realtà  che li vivono, li conoscono e li presidiano - scrivono le associazioni - Per quella stessa tutela, ad assegnazione avvenuta, sarebbe altresì imprescindibile la programmazione di un  monitoraggio condiviso del nuovo progetto, nel rispetto dei criteri approvati, affinché l’impatto del nuovo insediamento non vada a sfavore del territorio e sia sempre in sinergia con le realtà circostanti. Accade, come nell’eclatante caso del Mercato del Carmine, che linee guida disattese, mancanza di monitoraggio da parte delle istituzioni congiunte  alle realtà territoriali, insieme alla conduzione prettamente di profitto, e al disinteresse del gestore privato  per il territorio circostante, non solo non abbiano portato all’auspicata riqualificazione ma ne siano causa di un progressivo degrado».

Non è la prima volta che l’associazione CarMine protesta in particolare con l’assessorato al Commercio per la decisione di affidare il mercato alla società genovese Porca Vacca, che fa capo a Luca Garbarino, amministratore delegato di Dalf Carni. Un’esistenza sfortunata, quella del mercato del Carmine, che dal 2012 è in gestione al consorzio di Gian Battista Costa e Adriano Anselmi (che a sua volta lo ha ceduto a Porca Vacca) e che ha già cambiato più volte modalità di apertura al pubblico.

Nel 2022 la concessione al consorzio scadrà, e per la Rete Centro Storico è urgente «occuparsi nello specifico di quello spazio, onde evitare una temibile proroga del contratto che ne decreterebbe un vero e proprio abuso di cosa pubblica». Al mercato del Carmine si aggiungono poi, nell’elenco delle associazioni, altri spazi la cui gestione andrebbe rivista: il Teatro Altrove, l’Asilo comunale Maddalena, il mercato coperto Pré, e ancora Villa Croce, il Museo Luzzati, l’ex mercato del pesce, la Loggia della mercanzia, il Politecnico delle arti, lo Spazio sociale di Vico Papa e il Distretto sociale di Piazza Cernaia.

«Chiediamo che le procedure per la gestione dei bandi di gara legati a spazi pubblici vengano definitivamente regolamentate con attenzione con modalità  che, oltre ad aiutare  la riuscita di un progetto, riporterebbero anche cittadine e cittadini all’unica garanzia per i territori che è quella imprescindibile della partecipazione», concludono dalla Rete Centro Storico, un appello che include l'Associazione Ama, l’Associazione CarMine, AutAut357, la Comunità di San Benedetto, il Comitato Via del Campo, La Salle Società Cooperativa Onlus, Il Cesto Genova, l’Associazione Bal.Ga.SAR, La Casa nel Parco - Casa Gavoglio, l’Associazione t-Riciclo, il Comitato Scuola Delfino e il Comitato Scuola Garaventa Gallo/Balian.

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