Con più alberi a Genova ci sarebbero 38 morti in meno all'anno: lo studio
Lo studio dell'Istituto di Barcellona per la Salute Globale: piantare alberi riduce la temperatura, un'operazione importante anche perché "le malattie e la morte legate al caldo diventeranno in futuro un onere maggiore per i nostri servizi sanitari"
A Genova, arrivando al 30% di copertura arborea, ci sarebbero 38 morti in meno all'anno: questi i dati che emergono da uno studio spagnolo condotto dall'Istituto di Barcellona per la Salute Globale (ISGlobal) che ha stimato che i tassi di mortalità su una popolazione di circa 57 milioni di abitanti (sono stati presi in considerazione gli over 20) residenti in 93 città europee. In sintesi, il dossier vuole dimostrare che l'effetto del cambiamento climatico - in particolare l'aumento della temperatura d'estate - potrebbe essere mitigato semplicemente piantando più alberi.
Con più alberi, meno decessi per colpi di calore
Lo studio, pubblicato su The Lancet, ha associato l'esposizione al calore alla mortalità prematura, all'insorgenza di malattie dell'apparato cardio-respiratorio e ai ricoveri ospedalieri. Aumentando la copertura arborea fino al 30% la temperatura potrebbe essere ridotta fino a 1,3°C ed evitare decessi per colpi di calore: ad esempio, secondo lo studio, ci sarebbero 42 morti in meno all'anno a Bologna, 38 a Genova, 3 a Padova, 71 a Torino, 9 a Trieste.
Piantare più alberi nel contesto urbano non è un compito semplice, a causa della conformazione stessa della città. Tuttavia, potrebbero essere presi in considerazione altri interventi come lo sviluppo dei tetti verdi, o ancora, altre alternative per ridurre la temperatura. Tra l'altro, come ha affermato Mark Nieuwenhuijsen, direttore dell'Urban Planning, Environment and Health di ISGlobal, "non si tratta solo di aumentare gli alberi in città, ma anche di come vengono distribuiti", anche perché lo studio denota la necessità di preservare e mantenere gli alberi già esistenti in quanto rappresentano una risorsa preziosa. "Il nostro obiettivo - continua - è informare gli amministratori locali dei vantaggi di integrare zone verdi in tutti i quartieri per promuovere contesti urbani più sostenibili, resilienti e salutari. Dobbiamo anche preservare e mantenere gli alberi che già ci sono perché sono una risorsa preziosa e gli alberi nuovi impiegano molto tempo a crescere".
Il riscaldamento globale è in corso, così come la crescita urbana è in costante aumento. Come ha affermato la ricercatrice Tamara Iungman, prima autrice dello studio, è necessario correre ai ripari: "Le previsioni basate sulle emissioni attuali rivelano che le malattie e la morte legate al caldo diventeranno in futuro un onere maggiore per i nostri servizi sanitari".
Clima più caldo nelle città rispetto alle aree rurali
L'allarme nasce dalla "isola di calore urbana", un fenomeno che determina un microclima più caldo all'interno delle aree urbane rispetto alle campagne o alle aree rurali. Il fenomeno è noto dal XIX secolo, ma solamente negli ultimi anni ha suscitato interesse nel mondo scientifico. Un aumento di calore, intorno ai 5 gradi centigradi, determinato non solo da una progressiva diminuzione delle aree verdi, ma anche dall'utilizzo di materiali che assorbono molto calore e che pertanto si scaldano anche di più, basti pensare alla quantità di asfalto presente in un contesto urbano.
Lo studio, pubblicato quest'anno, contempla i dati dell'estate 2015 (perché, viene spiegato, non erano disponibili dati degli anni successivi per tutte le città analizzate) e mostra che la natura nelle città diminuisce il rischio di malattie cardiovascolari e cancro, riduce l'inquinamento atmosferico e acustico, incentiva l'attività fisica, migliora la salute mentale e aumenta il tasso di soddisfazione, migliora la memoria e l'attenzione e infine riduce l'effetto dell'"isola di calore urbana".