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Venerdì, 19 Aprile 2024
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“Governo apre le frontiere a migliaia di clandestini infetti”, polemica sui tweet del cultural manager del Comune

Maurizio Gregorini attaccato via social per alcuni cinguettii comparsi sulla sua pagina Twitter

«Come potrà essere giudicato dalla Storia un governo che dopo aver imposto la clausura per epidemia ai propri cittadini cristiani, aprì le frontiere a centinaia di migliaia di clandestini islamici, a volte infetti?».

La domanda, espressa in un tweet, è di Maurizio Gregorini, cultural manager del Comune di Genova, che proprio per questo e per altri cinguettii comparsi sulla sua pagina è stato oggetto di critiche e attacchi a mezzo social.

Gregorini su Twitter si descrive come un “conservatore”, un “libero professionista” che “boxa, legge, scrive, colleziona libri rari, fotografa, gira documentari”. E tra i cinguettii inviati nei giorni scorsi emerge in effetti un’anima conservatrice: «James Bond sarà Donna e nera. Anna Bolena l'hanno fatta mulatta (era bionda con gli occhi azzurri). Ginevra, la franca eterea di Lancillotto, pure ispida e nera. Le sinistre stanno demolendo ogni presupposto culturale della nostra civiltà», e ancora «Amare la propria terra, essere fedele alla propria famiglia, rispettare tradizioni millenarie è ormai considerato degno di poveri idioti. Allora me ne vanto, sono un povero idiota».

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Screenshot dei tweet - che restano sulla pagina Twitter di Gregorini - nelle ultime ore sono stati condivisi e ripostati sui social network, soprattutto da esponenti dell’opposizione del sindaco Marco Bucci. Alessandro Terrile, consigliere del Partito Democratico, ha attaccato su Facebook, facendo eco alla capogruppo Cristina Lodi: «Il consulente razzista ci costa 37.800 euro l’anno - scrive - Mi domando cosa deve scrivere di peggio il Cultural Manager della sesta città d'Italia per essere cacciato a pedate da un incarico di cui nessuno, dopo due anni, ha capito l'utilità.  E invece ce lo teniamo. E il costo non è neppure il tasto più dolente. Peggio è la vergogna per come sono cadute in basso le politiche culturali della nostra città». Arriva in giornata anche il commento di Alberto Pandolfo, segretario provinciale Pd e anche lui consigliere comunale: «Vi pare normale che la cultura della sesta città d'Italia possa essere affidata a una persona del genere? Il razzismo è la negazione stessa della cultura. Gregorini, adesso, dice di voler lasciare Twitter per evitare nuovi scivoloni. Troppo poco: per il bene di Genova e della cultura di Genova, è il suo ruolo da manager che deve lasciare».

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Massimo Morettini, coordinatore di Italia Viva Genova, si è rivolto proprio a Bucci sottolineando che «Maurizio Gregorini è il consulente del Comune di Genova per la Cultura. Queste e altre amenità razziste e suprematiste si leggono sui suoi profili social. Lei non ha niente da dire in materia?».

Gregorini, 61 anni, è da, 2018 il Cultural Service Manager del Comune di Genova, e il suo ruolo è finalizzato, come si legge sul sito del Comune di Genova, “all’ideazione e organizzazione di progetti culturali innovativi, consulenza culturale generale,  fund raiser”. Consulente dell’assessore Barbara Grosso, ha diretto diversi documentari, scritto numerose sceneggiature ed è stato ideatore, curatore e direttore artistico di mostre e festival tra cui Incipit Festival (letteratura),  e le mostre su Berengo Gardin e Lisetta Carmi. Non è la prima volta che le sue dichiarazioni a mezzo social scatenano le polemiche: nel 2019 era toccato a un altro tweet sui "figli omosessuali", che aveva scatenato le dure critiche sempre da parte dell'opposizione.

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