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Matteo Bassetti e il "debole" per le telecamere: «Lo ammetto, sono una droga»

L'infettivologo genovese ha rilasciato una lunga intervista al settimanale Chi in cui parla anche della notorietà acquistata durante l'emergenza coronavirus

Più famosi di certi attori, più ricercati di alcuni influencer: nell’epoca della pandemia di coronavirus, infettivologi e virologi sono diventate le figure più ambite per tv e media, e Matteo Bassetti è indiscutibilmente uno dei volti dell’emergenza sanitaria.

Di questo, e degli aspetti più privati della sua vita, l’infettivologo genovese, direttore della clinica Malattie Infettive del San Martino, ha parlato in una lunga intervista rilasciata al settimanale Chi, diretto da Alfonso Signorini, che lo ha ritratto insieme con la moglie Maria Chiara, sposata nel 2003.

Bassetti, spesso ospite di programmi tv e talk-show, non ha nascosto il fascino esercitato dal piccolo schermo, ammettendo che «la telecamera è una droga. Ma quando non mi chiameranno più vorrà dire che l’emergenza è finita. Accetto volentieri lo scambio, ma non credo che sarà per forza oblio».

Al giornalista che gli ha chiesto se la notorietà ha influito sul rapporto con la moglie, Bassetti ha risposto a cuore aperto, spiegando che la gelosia sarebbe «una leggenda messa in giro dai media», e che «come dice mia moglie, mi piace piacere. Che c’è di male? Ho 50 anni, professore e direttore, ora anche la notorietà. Perché dovrei vergognarmene?”».

L’infettivologo ha quindi raccontato che «i miei figli mi dicono: “Papà, così non vale. Se con le donne il tuo avversario è il professor Galli, vuol dire che ti piace vincere facile”».

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