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Val Bisagno, social market aperti ai profughi ucraini

Il presidente del Municipio Bassa Val Bisagno Massimo Ferrante: "Sosteniamo i cittadini ucraini che sono ospiti delle famiglie del territorio"

I social market della Bassa Val Bisagno saranno aperti anche ai profughi ucraini arrivati sul territorio. "Ho ricevuto diverse chiamate di aiuto da parte di famiglie di San fruttuoso e Marassi che stanno ospitando alcuni cittadini ucraini", spiega il presidente del Municipio Massimo Ferrante. "Nei nostri quartieri abbiamo numerose badanti ucraine di 60 anni, che seguono signore molto più anziane 80-90enni, che sono state raggiunte da figlie e da bambini, visto che gli uomini non possono fuggire dalla guerra". Dopo una riunione con i servizi sociali, la decisione del Municipio: integrare queste persone bisognose nell'elenco di chi può accedere ai social market.

Cosa sono i social market e come funzionano

Il primo social market della Bassa Valbisagno è stato inagurato nel 2013 a Marassi  in viale Bracelli, il raddoppio è arrivato qualche anno fa in via Vito Vitale, nel quartiere di San Fruttuoso. "I social martket sono luoghi dove le famiglie seguite dai servizi sociali possono andarsi a scegliere prodotti alimentari e per la casa risparmiando sul menage familiare", spiega Massimo Ferrante. Come funziona? Semplice. "Su presentazione dell'Isee, a ogni famiglia viene consegnata una tessera a punti in base al reddito e alla composizione del nucleo familiare con cui pagare la spesa". All'accoglienza si trova il centro d'ascolto che, tramite parrocchie e Caritas, supervisiona i negozi solidali che sono ospitati in locali del municipio.

"Negli ultimi dieci anni per i social market il municipio ha comprato prodotti di prima qualità nei supermercati e non nei discount attraverso il risparmio del gettone dei consiglieri avvenuto nello scorso ciclo amministrativo e anche in quello corrente e attraverso le donazioni del Banco alimentare e le donazioni della grande distribuzione".

Come possono accedere i profughi ucraini

"Abbiamo fatto una riunione con i servizi sociali e con gli uffici del mio municipio per capire come potevamo integrare i profughi nell'elenco di chi puà accedere ai social market - spiega il presidente - tenendo conto che queste persone non hanno l'Isee abbiamo deciso per un censimento ricognitivo con le famiglie che le stanno ospitando, in  modo da tamponare momentaneamente e offrire almeno i prodotti alimentari". La solidarietà, da anni, nella Bassa Valbisagno è diventata una missione: "Ricordiamo che la guerra in Europa è stata anticipata da una durissima crisi pandemica e ancora prima da una durissima crisi economica - conclude Massimo Ferrante - che da noi ha coinciso anche con due alluvioni; la decisione di aprire i social market anche nei confronti dei cittadini ucraini è un modo per sgravare il peso delle famiglie del territorio che se ne stanno facendo carico".

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