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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Manifesti contro la pillola abortiva, a Tursi bocciata la rimozione

L'ordine del giorno presentato in consiglio comunale chiedeva al sindaco e alla giunta di revocare l’affissione dei cartelloni: 21 i voti contrari, 14 quelli favorevoli

I manifesti ProVita contro la Ru486, la pillola abortiva, restano dove sono: il consiglio comunale di Genova ha respinto l’ordine del giorno presentata dall’opposizione, che impegnava il sindaco Marco Bucci e la giunta a revocare l’affissione.

La mozione è stata presentata dal centrosinistra con il sostegno di Movimento 5 Stelle e Lista Crivello, che hanno dato voce in Sala Rossa alle proteste di associazioni e comitati che nelle scorse settimane hanno protestato a più riprese per il messaggio veicolato dai manifesti, in cui la Ru486 viene definita “veleno”.

«Fuorviante, inopportuno e lesivo della sensibilità delle donne», hanno sottolineato minoranza e associazioni, che hanno duramente condannato al decisione della giunta di respingere la mozione e lasciare i manifesti affissi, cosa che non è invece accaduta in altre città come Bergamo, Milano e Trento. L’ordine del girono, alla fine, è stato respinto con i 21 voti contro di Lega, Cambiamo, Vince Genova, Fratelli d’Italia e Forza Italia, contro i 14 voti a favore di Pd, Italia Viva, Movimento 5 Stelle, Lista Crivello e Chiamami Genova.

ll consigliere del Pd Alessandro Terrile aveva presentato un'interrogazione sulla questione una settimana fa, ma la risposta è arrivata solo ieri, quando i manifesti erano ormai stati affissi. Il Comune aveva già chiarito che rimuovere i cartelloni sarebbe stata “censura”.

Dura la condanna delle associazioni (anche le ostetriche avevano scritto a Bucci per sottolineare come i cartelloni veicolassero un messaggio sbagliato relativo alla Ru486): «ProVita chiama veleno la RU486. Lo fa in pubblico, con manifesti costosi che ostentano una ricchezza che i movimenti delle donne e delle persone LGBT+ non hanno - è lo sfogo di Liguria Pride - Una ricchezza dovuta a finanziamenti ingenti per agire sulla politica nel nostro paese e influenzare gli equilibri nell'Unione Europea.  Avremmo voluto tappezzare le città con questa campagna, mettendo in evidenza che ProVita mette a rischio la salute e i diritti delle donne. Ed è proprio questo che fa di ProVita un veleno. Siamo donne, siamo uomini, siamo persone che si oppongono alle menzogne e agli attacchi di chi vuole compromettere i nostri diritti con la scusa della libertà di pensiero».

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