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"Supplenti scelti da un algoritmo, tra errori e ingiustizie", la protesta degli insegnanti precari

In Liguria si sono organizzati nel 'Collettivo Insegno', contestano il sistema di reclutamento introdotto lo scorso anno dal ministro Bianchi, che affida a un algoritmo l'assegnazione degli incarichi di supplenza precari iscritti nelle Gps

"Il paradosso degli insegnanti supplenti scelti con l'algoritmo che non funziona". Potrebbe essere questo, in un estremo tentativo di sintesi, il titolo per la situazione che stanno vivendo molti docenti genovesi e liguri che si sono organizzati nel 'Collettivo Insegno' per far sentire la propria voce. Una situazione problematica non solo per la nostra regione e la nostra città, ma anche a livello nazionale, secondo quanto denunciato anche attraverso alcune manifestazioni di protesta, in Liguria e in altre regioni d'Italia. Nei giorni scorsi è andato in scena anche un presidio in via Assarotti, sotto la sede del Provveditorato agli Studi di via Assarotti, a Genova. Gli insegnanti contestano il sistema di reclutamento introdotto lo scorso anno dal ministro Bianchi, che affida a un algoritmo l'assegnazione degli incarichi di supplenza precari iscritti nelle Gps (Graduatorie provinciali supplenze). Venerdì 9 settembre, a partire dalle ore 9:30, gli insegnanti faranno nuovamente sentire la propria voce in Provveditorato.

"Attraverso una chat dedicata - spiega una docente del Collettivo InSegno di Genova a GenovaToday - abbiamo raccolto lamentele e denunce da ogni parte d'Italia di quelle che, secondo noi, sono ingiustizie e soprusi perpetrati ai danni di una categoria di lavoratori già troppo vessata e sottoposta a trattamenti umilianti da parte della Pubblica Amministrazione, e alla quale non vengono riconosciuti i fondamentali diritti stabiliti dalla Costituzione e dalle recenti normative europee in tema"

Sono diverse le problematiche riscontrate dal Collettivo dei docenti precari: "Si parte dalla mancata equiparazione di trattamento economico (inclusi bonus e scatti di anzianità) con i docenti di ruolo, per non parlare della legge che prevede l’assunzione dei dipendenti dopo 36 mesi di lavoro per una categoria di lavoratori che ha comunque gli stessi doveri dei docenti di ruolo e che, malgrado i roboanti e triti proclami dei vari ministri che si sono succeduti esiste numerosissima e continua a essere l’elemento che di fatto tiene in piedi la scuola italiana, permettendone il regolare funzionamento".

Ma il paradosso sembra emergere proprio a ridosso con l'inizio dell'anno scolastico: "Ancora una volta - prosegue il Collettivo InSegno - come era già accaduto lo scorso anno, al famigerato grido di 'tutti in cattedra il 1° settembre', si è risposto da parte degli Usp con una corsa affannosa alla pubblicazione delle graduatorie, alla quale sono seguite a dir poco centinaia di richieste di correzione di punteggi errati, e alla rapida e farraginosa assegnazione di incarichi senza che le scuole avessero avuto l’opportunità di rendere note le cattedre disponibili. A questo si aggiunge la confusione di ben due concorsi che si sono tenuti nella seconda metà dell’anno a poca distanza l’uno dall’altro, i cui partecipanti, che sarebbero dovuti anche essere in cattedra il famoso 1° settembre, stanno ancora aspettando gli esiti. Qualcuno si è addirittura visto assegnare cattedre risultate poi inesistenti".

E poi il problema dell'algoritmo: "Una recente stima - spiegano i docenti - ha evidenziato che l’algoritmo delle Gps ha commesso almeno un 10% di errori nello svolgimento del suo compito, ma è secondo noi una sottostima, il sistema è inadeguato, inefficiente e provoca disastri che si ripercuotono sulla vita di centinaia di persone alle quali il ministero dovrebbe, secondo noi, risarcire danni morali oltre che materiali. È evidentemente impossibile in questa sede scendere nel dettaglio del funzionamento di tale algoritmo, un discorso che risulterebbe tecnico e tedioso per i non addetti ai lavori, ma sta di fatto che le nomine (e di conseguenza la sopravvivenza delle persone) risultano sottoposte alla casualità di una roulette perché è ormai evidente per tutti (tranne che per il nostro ministro) che il sistema informatizzato non riesce a gestire tutte le variabili per la determinazione degli incarichi generando errori con il paradossale risultato che coloro che hanno accumulato in anni di lavoro un apprezzabile punteggio e si trovano in alto nella graduatoria (cosa che dovrebbe concedere loro la possibilità di una scelta delle sedi) vengono esclusi a favore di chi occupa posizioni inferiori".

Per quello che riguarda la situazione della Liguria sono diverse le problematiche che sono state riscontrate dai docenti. "Abbiamo casi di ogni tipo, errori nel calcolo dei punteggi non tutti poi corretti; non sono state rese note le disponibilità delle cattedre costringendo i docenti a compilare la domanda delle preferenze al buio e anche assegnazioni che non esprimono punteggio o posizione in graduatoria. Ma la cosa secondo noi più grave - sottolineano i docenti - è che, dopo un primo turno di nomine sulla base delle disponibilità al 31 agosto, in caso di nuove disponibilità espresse dalle scuole il sistema non riconsidera, come sarebbe secondo noi giusto oltre che ovvio, gli aspiranti posizionati nella parte della graduatoria che sia stata già superata nel primo turno, ripartendo di fatto dall’ultima nomina assegnata e tagliando fuori i candidati con maggiore punteggio. O almeno questo è quanto sembra esprimere l’ordinanza ministeriale numero 112 del 06-05-2022".

E infine le richieste: "In base a tutto quello che abbiamo sottolineato finora chiediamo che si ritorni alle convocazioni in presenza, che permettono il rispetto del punteggio e della posizione di ciascuno in graduatoria e consentono l'assoluta trasparenza nelle assegnazioni, sistema a nostro avviso fondamentale in un sistema democratico e meritocratico. Puntiamo infine il dito contro il silenzio dei sindacati della Liguria che non hanno mai risposto alle nostre richieste di supporto, e che, anzi, in alcuni casi hanno imputato a noi insegnanti la fallacia del sistema sostenendo la nostra incapacità nel compilare le domande. Di conseguenza, allo scopo di tutelare noi stessi, ma anche coloro che si troveranno negli anni a seguire a intraprendere la strada dell’insegnamento, stiamo considerando la possibilità di avviare un maxi ricorso collettivo che preveda la partecipazione di insegnanti precari di tutta Italia e la consulenza di studi legali specializzati nel diritto scolastico. A tal proposito - concludono gli esponenti del Collettivo InSegno - ricordiamo che il Tar del Lazio, in diversi pronunciamenti ha più volte condannato il ministero a esibire e rendere pubblica la procedura dell’algoritmo utilizzato non solo per il conferimento degli incarichi di supplenza, ma anche per l’assegnazione di trasferimenti e molte altre procedure riguardanti il personale scolastico e parascolastico, richieste alle quali il Miur ha sempre opposto resistenza negando l’accesso al software sulla base di ipotetici diritti di proprietà intellettuale".

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