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Un gigante di 4 metri fatto di strumenti musicali: l'opera unica di un genovese

Marco Menin, artista, bassista e cantautore genovese, ha realizzato un'opera unica al mondo: il "Gigante Basso" è uno straordinario ossimoro, ma anche uno strumento che può essere suonato contemporaneamente da tre bassisti e che potrebbe entrare nel "Guinness dei primati". 

Marco Menin, artista, designer, bassista e cantautore genovese, ha realizzato un'opera interattiva unica al mondo. Il "Gigante Basso" è uno straordinario ossimoro, ma anche il nome della scultura interattiva alta quattro metri e composta da sedici bassi decorati a mano, con due speaker e diverse luci scenografiche. Un'opera d'arte, ma anche uno strumento che può essere suonato contemporaneamente da tre bassisti, realizzato in circa due anni di lavoro e che, per la sua particolarità, potrebbe anche entrare nel mitico "Guinness dei primati". 

«Dalla genesi alla scultura finale sono passati più o meno due anni - racconta Marco a Genova Today - partendo dal mio retaggio artistico ho provato a coinvolgere alcuni tatuatori per la decorazione degli strumenti musicali e alla fine sono partito con quattro amici che mi hanno dato una mano: Micaela Tattoo, Rocco Inserra, Roberto Omodeo e Toky Tattoo che ringrazio davvero di cuore. Ogni basso è originale, decorato a mano, con un suo nome, una sua storia e addirittura una leggenda legata al suo acquisto o alla sua "anima". Mi sono documentato e credo che nel mondo non esista nulla di simile: esistono delle opere realizzate con le chitarre, ma non con i bassi. A novembre parteciperò a Milano a "Second Hand Guitar", evento molto importante per il settore, nel quale spero di riuscire a far suonare i bassisti italiani più famosi attraverso il mio gigante. Sto anche prendendo contatti con musei d'arte contemporanea e spero che anche a Genova, la mia città, possano esserci riscontri per promuovere un progetto genovesissimo, che è già stato citato, e raccontato, in alcune riviste degli Stati Uniti d'America».

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Un'installazione interattiva, quindi, per un concetto di arte a tutto tondo con la musica al centro: «Non volevo soffermarmi solo sull’aspetto estetico-visivo della scultura - racconta ancora Marco - accorpando strumenti musicali senza celebrarne la vera natura sonora e privandolo dell’aspetto più magico che ci sia, la musica. È proprio da questo concetto che nasce il progetto di un'installazione interattiva e dall’esigenza di rilanciare la musica, in assoluto la forma d’arte che più mi appartiene, creando un'immagine iconica per soli bassisti, un totem celebrativo per musicisti spesso etichettati solo come gregari o non protagonisti ma da cui ogni band dipende in maniera viscerale, poiché lo spessore, il ritmo e la profondità sono date proprio dal basso, senza il quale il suono della musica sarebbe piatto e algido. L’interazione con altri bassisti poi ne rivela la vera funzionalità aggregativa, l’aspetto ludico e la condivisione amorevole per il basso elettrico, stella polare del mio viaggio attraverso l’arte».

Il "Gigante Basso" è alto quattro metri, pesa circa 130 chilogrammi e può essere montato e smontato in una giornata (le operazioni di montaggio o di smontaggio richiedono circa mezza giornata di lavoro ciascuna). «Attualmente lo tengo in cantina - racconta ancora Marco - ma non pongo limiti alla fantasia sul possibile utilizzo della mia opera. Sicuramente si tratta di un prodotto che piace molto, per le sue caratteristiche intrinseche, negli Stati Uniti, ma mi piacerebbe davvero che venisse valorizzata in Italia e soprattutto a Genova».

Le specifiche tecniche del "Gigante Basso"

Il "Gigante Basso" è una scultura interattiva, che regala la possibilità di suonare insieme a più bassisti e permette di suonare direttamente sulla musica caricata con basi programmate su Usb o Bluetooth. Alto 4 metri, per un peso complessivo di circa 130 kg, la struttura portante è realizzata con tubi innocenti e scatolati di lamiera.

La base è composta da due parti componibili a pettine, interamente in multistrato di legno di betulla con piedini regolabili e due tiranti da barca per stabilizzarlo al meglio. L’illuminazione è interamente a led, se non per la palla laser all’interno del petto, ed è distribuita tra i due amplificatori indipendenti sulla pancia e sulla faccia del Gigante. Dalla scultura esce un solo cavo di alimentazione, poiché tutti i cablaggi sono nascosti e accorpati in una multipresa nella schiena del Gigante. Complessivamente è composto da sedici bassi, tutti decorati a mano e con altre parti e componenti decorate. Può essere installato solo in luoghi chiusi o al coperto.

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Chi è Marco Menin

Marco Menin, a.k.a. MEN, è nato a Genova il 3 novembre 1976, artista, bassista, cantautore e cantante, diplomato al Liceo Artistico Paul Klee e successivamente laureato in disegno industriale presso la facoltà di Architettura di Genova. Ho scritto diverse canzoni, producendo videoclip tuttora presenti su YouTube e altre piattaforme digitali: “Men Se Potessi”, del 2014 e “Men e Sogno Anch’io”, del 2016. Nel 2012 ha realizzato un disco come cantante solista e bassista “Take Me To The Top”, alias Miami Marc (quando canta in inglese) prodotto dalla casa discografica californiana Mkrs di Los Angeles e ancora distribuito su piattaforme come ITunes o Amazon music. Parallelamente ha collaborato negli stessi anni con la casa discografica londinese Disco Milk per lo sviluppo di pezzi Dance sempre come cantante e bassista, su tutti "Honey girl" (2011, Zoobof feat. Miami Marc, su Spotify e altri canali musicali). Nel 2012 ha disegnato, prodotto e brevettato una linea di gioielli (Luciphera collection), sviluppando in seguito collaborazioni con major del settore a Valenza Po. Negli anni precedenti avevo già fatto delle personali di oggetti di design tra i quali lampade da bar e bonsai artificiali. Ha inoltre partecipato come comparsa in opere teatrali, cinematografiche, soap opera e videoclip.

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