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Discoteche chiuse, il gestore del Casa Mia: "Siamo allo stremo"

Il grido d'allarme arriva dal titolare Max Giannini che dopo 450 giorni di chiusura ha recentemente riaperto il locale come ristorante

"Siamo il capro espiatorio di una situazione di cui non abbiamo colpe". Non ci sta Max Giannini, titolare del Casa Mia di via XII Ottobre, alla notizia che ancora una volta il comparto delle discoteche sia quello più sacrificato. Stando alle ultime misure urgenti per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 decise dal Decreto legge giovedì sera, infatti, le discoteche restano chiuse.

Se da una parte il Governo ha consentito l’esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche ragionando su capienze e certificazioni verdi, dall'altra ha confermato lo stop delle sale da ballo. "Da un anno e mezzo tutto il comparto divertimento e intrattenimento è completamente dimenticato e non ha ricevuto ristori - continua Giannini - Un settore che vive di programmazione e non può mettere a calendario gli eventi o invitare i dj perchè è costretto a vivere alla giornata" .

Pensare alla stagione invernale è impossibile per i gestori: "Se è vero che il 30% di noi ha già chiuso, il restante seguirà a breve - dice il patron di Casa Mia - eppure rappresentiamo una fetta di pil importante per l'Italia perchè le discoteche fanno muovere il turismo e la ristorazione, parliamo di posti di lavoro, in inverno il mio locale ha 30-35 dipendenti e parliamo di una realtà piccola".

Per le discoteche, dunque, cambiano i governi, cambiano i ministri ma non la musica: "Le soluzioni non arrivano e nemmeno i ristori che anche questa volta sono stati annunciati ma noi non ci crediamo più, peccato perchè anche per noi si potevano applicare le stesse regole sulla capienza e sulla certificazione verde".

Sulla decisione dell'esecutivo di non riaprire ancora le discoteche si è espresso anche il presidente della Regione, Giovanni Toti, commentando in una nota il nuovo decreto: " Il Governo ha fatto una scelta equilibrata, limitando il green pass ad alcune attività, quelle ritenute più a rischio rispetto alla possibilità di nuovi contagi. La nota stonata è però quella sulle discoteche, uniche a rimanere chiuse anche per chi si è vaccinato a differenza delle altre attività per cui è previsto l’accesso solo ai titolari di green pass".

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