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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Crollo Morandi, il comitato dei parenti: «Con la Festa delle Donne ricordiamo tutte le vittime»

Egle Possetti ha voluto ricordare le donne morte nel crollo del 14 agosto 2018, citando l’impegno nelle indagini e la Radura della Memoria come “segni tangibili”

Un incontro con il premier Mario Draghi per invocare nuovamente giustizia, e un pensiero alle donne che hanno perso la vita nel crollo del ponte Morandi e a tutte le donne “maltrattate e uccise”.

Sono le parole che Egle Possetti, portavoce del Comitato Parenti delle Vittime del ponte Morandi, ha voluto condividere nel giorno della Festa delle Donne, un’occasione per «fare alcune riflessioni».

«I nostri morti al momento hanno alcuni segni tangibili di memoria e sono: il grande impegno profuso per le indagini, l’impegno processuale e la Radura della Memoria a Genova - spiega Possetti - Oggi questa Radura, embrione di ricordo, in attesa del memoriale, acquisisce nuova luce e diventa  parte della città, auspichiamo che acquisisca vitalità e possa mantenere saldo il ricordo».

Proprio lunedì pomeriggio infatti il sindaco Marco Bucci insieme con il presidente della Regione, Giovanni Toti, e gli assessori comunali Cenci (Urbanistica) e Cavo (Cultura) hanno effettuato un sopralluogo nella Radura per illustrare l’avanzamento dei lavori e presentare l’infopoint che vi troverà casa e il calendario di eventi che lo spazio ospiterà.

La Radura della Memoria, dove sono stati piantati a semicerchio 43 alberi proprio in ricordo delle vittime del crollo, lascerà poi spazio al parco urbano che sorgerà sotto il nuovo ponte e al vero e proprio memoriale. Nell’attesa, i parenti delle vittime puntano gli occhi sul procedimento giudiziario avviato dopo la tragedia, che ha aperto la strada a una mastodontica inchiesta che riguarda la gestione dei tratti autostradali da parte di Autostrade spa.

«Il sistema marcio che ha consentito il crollo del Ponte Morandi è ancora più che vitale e inserisce rattoppi sulle falle, ma potrebbe mietere nuove vittime - sottolinea Possetti - I grandi lavori con disagi notevoli sulle nostre autostrade rappresentano quanto non è stato fatto in passato e sono lo specchio del disastro».

«Non possiamo stendere un velo di polvere su quanto avvenuto, non sarebbe giusto, andrebbe solo a vantaggio di chi ha nascosto, mentito e lucrato - conclude Possetti - Noi vogliamo incontrare il presidente Draghi e il ministro delle Infrastrutture perché vedano i nostri occhi e sentano il nostro dolore di parenti e cittadini, qualunque sia la decisione dovrà essere giusta ma dovrà dare un segnale forte o non avremo futuro, e non lo avranno neanche coloro che al momento sorridono per le nostre parole».

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