Covid e variante Delta, Bassetti: «La doppia dose protegge, presto con i vaccini»
L’infettivologo genovese commenta la risalita dei casi di coronavirus in Gran Bretagna a causa della variante indiana, e invita a procedere con velocità all’immunizzazione
Regno Unito alle prese con un’impennata di casi di coronavirus dopo la boccata d’ossigeno data dal vaccino. Colpa della variante Delta, o variante indiana, che ha fatto risalire vertiginosamente i contagi nell’ultima settimana e che ha spinto il governo britannico a rallentare sulle riaperture, suscitando timori anche nel resto d’Europa.
Anche in Italia si è discusso dei rischi rappresentati dalla variante Delta, e in proposito l’infettivologo genovese Matteo Bassetti ha lanciato un appello: aumentare la velocità della campagna di vaccinazione per assicurare al maggior numero di persone la doppia dose di vaccino per metterle in sicurezza.
«I nuovi casi nel Regno Unito, contagiati dalla variante Delta sono circa 13mila, di cui 125 sono finiti in ospedale e la stragrande maggioranza, il 90%, non era stato vaccinato o aveva ricevuto una solo dose - ha detto Bassetti - Solo tre persone vaccinate con due dosi sono state infettate e sono finite in ospedale. Questo vuol dire che la doppia dose di vaccino anti-Covid funziona, probabilmente questo aumento dei contagi si è verificato tra la prima dose e il richiamo».
L’infettivologo genovese ha fatto notare che «gli inglesi hanno fatto un intervallo più lungo dovuto alla strategia di vaccinare tutti subito con una unica dose. I dati dimostrano che la variante Delta (ex indiana) viene ampiamente bloccata dal ciclo completo di vaccinazione». E anche se in Italia «la variante Delta c'è ma non è così diffusa come nel Regno Unito», per Bassetti «dobbiamo vigilare affinché non si diffonda. Pensiamo che nel Regno Unito il 76% degli adulti ha ricevuto una dose di vaccino ma solo il 52% ha ricevuto due dosi, questo mi fa essere ottimista sulla situazione in Italia».
«Mettiamo ora fieno in cascina coprendo con prima e seconda dose tutti gli italiani e a settembre saremo pronti - ha concluso - Magari ci saranno ancora dei contagi, ma molti meno ricoveri con pazienti gravi». In Liguria intanto si discute già della terza dose, preparando una strategia: meno hub, con uno unico di grandi dimensioni a “coordinare”, e più rete territoriale con i medici di famiglia e le farmacie.