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Vaccini covid, slitta alla fine di maggio il termine della fase "over 80": «Nessuno resterà senza»

Rimodulato il piano vaccinale in Liguria sulla base delle dosi inviate da Roma, si pensa ad aprire nuove sedi per ampliare i presidi

Oltre 50.000 vaccini prenotati in Liguria per gli over 80, e Regione e Alisa si vedono costrette a rimodulare l’agenda per “spalmare” le vaccinazioni in modo da avere le dosi necessarie per effettuare anche il richiamo sulla base di quelle inviate settimanalmente da Roma.

I problemi hanno iniziato a manifestarsi nelle scorse ore per chi si è trovato a prenotare il vaccino tramite i tre canali attualmente a disposizione, e cioè sito, call center e farmacie: nella migliore delle ipotesi, prima dose fissata ad aprile/maggio, nella peggiore nessun posto disponibile. E dalla Regione è arrivata la conferma: a oggi la data di fine vaccinazioni per tutti gli over 80 della Liguria è fissata al 30 maggio, a meno che non aumenti l’inizio delle dosi dalla struttura centrale.

Il corto circuito è dovuto da una serie di fattori: da un lato il flusso di arrivo dei vaccini che non è in linea con il fabbisogno specifico - in Liguria ci sono tra i 150 e i 170mila over 80 da vaccinare, e dal computo bisogna togliere quelli già vaccinati in rsa o in ospedale - dall’altro il fatto che la pluralità di canali di prenotazione ha spinto in alcuni casi a prenotare sia da sito sia da call center o in farmacia, di fatto duplicando la prenotazione e facendo aumentare, sulla carta, i vaccini necessari.

C’è poi un problema di personale dedicato alla vaccinazione, non sufficiente, e di mancanza di sedi: soprattutto nel ponente genovese i posti in quelle che vanno da Voltri a Cogoleto sono esauriti, e alcune persone si sono visti assegnare a poli dell’entroterra che avevano ancora posto, e che a loro volta devono fare i conti con vaccinazioni non preventivate sulla base degli abitanti. È il caso, per esempio, di Rossiglione, scelto come polo di riferimento per le vallate e in cui sono confluite anche alcune prenotazioni del ponente genovese.

La questione è stata al centro di un vertice urgente cui hanno partecipato il presidente della Regione, Giovanni Toti, e i vertici di Alisa e delle Asl liguri insieme con il team di Liguria Digitale e quello che si occupa della gestione dell’emergenza coronavirus. Il primo provvedimento per fronteggiare ritardi e accumuli è quello di aprire nuove sedi vaccinati, la prossima sarà quella di Arenzano, dopodiché si inizierà a “sfoltire” le richieste, cercando di far combaciare quando possibile l’area di residenza con la sede e di cercare di risistemare quelle prenotazioni che, pur arrivate prima, sono finite in coda.

Questa strategia potrebbe dare frutti sul breve termine, ma è sul lungo che si presentano i problemi maggiori: sino a quando le consegne di vaccini non saranno pari al fabbisogno stimato da Alisa e Regione, il cronoprogramma subisce necessariamente ritardi, perché diminuiscono le dosi settimanali disponibili e i vaccini vengono dilazionati nel tempo: in totale sono 272.000 le dosi necessarie in Liguria per chiedere questa fase, il che renderebbe necessario ricevere 27.000 dosi a settimana per chiudere la campagna vaccinale prima di maggio. Sino alla fine di maggio, invece, verranno somministrate 19.000 dosi a settimana.

«Il sistema di vaccinazione avviene in modo misto, ed è inevitabile che vi siano anche situazioni di duplicazione - ha detto Toti - in alcune delle nostre aziende, in Asl 5 come in Asl 3, sono previsti oltre 50.000 vaccini fatti sul territorio attraverso i cosiddetti “vaccine day”, alcuni dei cittadini che verranno contattati dai singoli sindaci nelle realtà più piccole ora compaiono anche negli elenchi di prenotazione di Liguria Digitale, questo perché magari hanno timore di non venire vaccinati. Ma tutti verranno vaccinati, nessuno resterà senza».

«Le agende sono state implementate di modo che entro il 30 maggio tutte le persone che hanno diritto ad avere il vaccino in questa fase lo avranno - ha chiarito ancora Toti - Per la divisione dei vaccini che abbiamo nella regione tra ultraottantenni e categorie protette abbiamo spalmato sulla nostra programmazione i numeri che ragionevolmente riteniamo di ricevere dalla struttura commissariale, all’incirca 21.000 vaccini la settimana. Al momento non ci sentiamo di vendere spazi vaccinali per vaccini che non ci sentiamo sicuri di avere e poter spendere».

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