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Coronavirus

Toti chiede una zona gialla nazionale: "Governo trovi equilibrio tra diritto alla salute e al lavoro"

La proposta prevede maggiori aperture: sport, palestre e piscine, spettacolo e consentire ai ristoranti di scegliere se aprire a pranzo o a cena

“In queste ore si parla molto di una zona ‘arancione’ uguale per tutta Italia. Dopo un anno di lockdown penso che cittadini e imprese si aspettino esattamente l’opposto. Si aspettano che il Paese si prepari a ripartire. Chiudere oggi di nuovo un intero Paese non ucciderebbe il Covid ma la speranza”.

Lo scrive il presidente ligure Giovanni Toti sulla sua pagina Facebook rispondendo anche indirettamente alla proposta di Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni.

“Nonostante la minaccia delle ‘varianti’, che esiste, anche in molte regioni oggi arancioni come la Liguria, i posti letto negli ospedali sono stabili o addirittura calano e l’incidenza del contagio è ben lontana da quella conosciuta nei picchi – continua Toti -. Lo stress economico e sociale in Italia è altissimo e nuove misure ulteriormente restrittive sarebbero incomprensibili”.

Per Toti l’obiettivo del Governo dovrebbe essere “accelerare la campagna vaccinale” e “trovare più dosi da mandare alle Regioni”. Poi “servono semmai regole rigorose per far ripartire pian piano la vita. Mettiamo limiti rigidi, ma consentiamo ai nostri locali di aprire, ai ragazzi di tornare a incontrarsi, a chi fa sport di praticarlo. Semmai prendiamo misure anche drastiche, ma circoscritte, nelle aree dove il virus dovesse crescere di più”.

La Liguria, secondo i dati di venerdì, sarebbe da zona gialla con un Rt stabile a 1 e un livello di rischio “basso”, e il 28 febbraio potrebbero terminare gli effetti della zona arancione. 

Le proposte delle Regioni al Governo

Sabato pomeriggio di riunione per Toti con i colleghi presidenti delle Regioni per elaborare le proposte al Governo Draghi in vista del rinnovo delle norme Covid. “E’ stata una lunga riunione quella con le regioni – ha confermato il presidente Toti - dobbiamo chiedere al governo alcune cose: prima di tutto l’aumento della campagna di vaccinazione per trovare sul mercato vaccini ovunque. Poi di rivedere i parametri di rischio, riteniamo che possano essere cambiati in meglio, modificare dall’Rt sintomi all’Rt ospedalizzazioni; inoltre chiediamo di avere le notizie in anticipo, non possiamo sapere sabato o domenica cosa succede il lunedì. Chiediamo che la cabina di regia si riunisca a metà settimana e chiediamo di ragionare sulla reale incidenza del rischio di alcune attività. Chiediamo al governo uniformità e regole precise e speriamo che il governo Draghi trovi il giusto equilibrio tra il diritto alla salute e al lavoro”.

Ecco, dunque, le proposte:

- istituire una zona gialla nazionale, che preveda maggiori aperture, come ad esempio sport, palestre e piscine, spettacolo, consentire ai ristoranti di scegliere se aprire a pranzo o a cena, per dare a tutti l’opportunità di lavorare.

- regolamentare i passaggi di colore non solo su base regionale, ma soprattutto provinciale e comunale in modo da isolare le situazioni di rischio e le varianti dove è necessario.

- anticipare la comunicazione del cambio di zona che non può arrivare a ridosso del passaggio stesso, in modo da consentire ai cittadini di programmare la propria vita.

- cambiare alcuni parametri di valutazione del rischio (ad esempio dall’Rt sintomi all’Rt ospedalizzazioni, che tiene conto dei letti occupati negli ospedali) e allargare la cabina di regia in cui si decide anche ai Ministeri che valutano il danno economico e sociale delle misure prese.

Toti chiede equilibrio tra diritto alla salute e al lavoro

“Spero che il governo Draghi cambi alcune cose che non funzionano relativamente alla gestione della pandemia. Oggi su alcuni temi le regioni erano in accordo, su altri hanno mostrato visioni differenti, come sempre la conferenza delle regioni farà un lavoro di sintesi per cercare di contrastare il virus e far ripartire la campagna vaccinale, perché oggi abbiamo bisogno dei vaccini”. Lo ha detto questa sera nel punto Covid il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, dopo la riunione della Conferenza delle Regioni.

Distribuzione vaccini, AstraZeneca riduce del 15% le dosi 

“Anche oggi purtroppo ci è arrivata la comunicazione della riduzione delle dosi del 15% del vaccino AstraZeneca – ha detto Toti – Questo non è il vaccino che ci serve di più in questo momento, in quanto abbiamo bisogno di Pfeizer e Moderna per gli ultra 80enni, ma è ugualmente importante per allargare la platea dei vaccinati, dopo che EMA ha esteso fino ai 65 enni la platea dei cittadini che ne puo’usufruire. Anche oggi i dati della nostra regione sono sostanzialmente stabili e si conferma il fatto che le varianti, pur presenti in Liguria, come la variante inglese e un caso di variante brasiliana, per il momento non hanno incidenza sulla diffusione del virus. Fino ad oggi sono stati più di 100.000 i cittadini che hanno ricevuto il vaccino e questo sta riducendo la mortalità e anche i posti letto occupati in ospedale”.

Il presidente ha rimarcato che “Siamo intorno al 70% dei vaccini somministrati, su quelli consegnati, e abbiamo detto alle aziende di spingersi fino all’80%, anche se è importante avere una scorta per la seconda dose, visto il 15% di riduzione di Astrazeneca”.

Caso provincia Imperia: verso ordinanza per Ventimiglia

“Dai dati in nostro possesso la provincia più esposta è quella di Imperia – ha rimarcato Toti – Vista la vicinanza con Nizza e la Cost Azzurra, località molto colpite. Per questo stiamo cercando di approfondire con il ministro Di Maio il tema di possibili controlli al confine per rallentare la presenza di stranieri nel nostro paese. Non sono ancora intervenuto con un’ordinanza su Ventimiglia, perché oggi la pressione sugli ospedali è stabile, anzi fa registrare una lieve decrescita. Aspettiamo di conoscere il quadro del governo Draghi per evitare di essere superati da decisioni nazionali. Sono meno 19 gli ospedalizzati oggi e 53 le persone in terapia intensiva. Si registra pertanto un lieve calo che ci pone a un livello di rischio basso. Se avessimo vaccinato più persone sarebbe inferiore il numero dei decessi. Questa è la ragione per cui stiamo correndo, tenendo presente che il numero dei vaccini è troppo limitato”.

 

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