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Tampone più vaccino per cinema e teatri, l'ipotesi che fa discutere

Walter Vacchino e Alberto Passalacqua, presidenti di Agis e Anec della Liguria hanno diffuso una lettera che le due associazioni hanno indirizzato al premier Draghi

Tra le ipotesi al vaglio del governo per far fronte alla nuova impennata di contagi da covid ci sarebbe anche l'introduzione dell'obbligo di tampone per i vaccinati per accedere a locali al chiuso particolarmente affollati, come le discoteche, i cinema e i teatri, ma si parlerebbe anche di stadi. Una misura che sta già facendo discutere e che divide anche gli esperti. 

Bucci: "Tamponi per vaccinati difficili da gestire"

Il sindaco di Genova, Marco Bucci, a margine del convegno "Le risorse del Pnrr", organizzato dalla Regione Liguria, stamattina a Genova, a Palazzo Ducale ha commentato: "Ieri sera ero al Teatro Carlo Felice e se, eventualmente, dovessero mettere i tamponi per chi è vaccinato, la cosa sarà complicata da gestire. In ogni caso, noi facciamo quello che dice il governo, sulla pandemia ci siamo sempre comportati in maniera coerente con le decisioni e lo faremo anche adesso. Oggi avremo una riunione per capire come attrezzarci, non vogliamo che i teatri, i cinema, gli spettacoli, siano penalizzati: se ci sarà bisogno di farlo, comunque, lo faremo con tutta la tecnologia possibile".

Toti: "Sforzo inutile"

Sul tema è intervenuto anche il presidente della Regione Giovanni Toti, che ha dichiarato: "Credo che il tampone sui vaccinati e, soprattutto, sui richiamati con la terza dose sia uno sforzo francamente inutile. Dobbiamo andare in senso opposto - sostiene Toti - quello di garantire la libera circolazione e il libero accesso a tutte le persone con due e poi con tre vaccini agli eventi con cui il Paese sta ripartendo. Il tampone è un metodo di screening molto utile, non può essere sostituito ai vaccini né si possono dare, in questo senso, segnali ambigui".

Agis e Anec: "Danno incalcolabile per le imprese"

Walter Vacchino e Alberto Passalacqua, presidenti di Agis (Associazione generale italiana dello spettacolo) e Anec (Associazione nazionale esercenti cinema) della Liguria hanno invece diffuso una lettera che le due associazioni nazionali hanno indirizzato al premier Draghi e al ministro della cultura Dario Franceschini, lettera in cui contestano la misura e chiedono garanzie al governo. 

"Giova ricordare in questa sede - si legge nella lettera - che chi partecipa ad attività culturali deve essere dotato di super green pass, misura da noi convintamente sostenuta, e utilizzare per tutto il tempo i dispositivi di protezione individuale. Il distanziamento nei luoghi di spettacolo è garantito da sedute inamovibili e da una gestione del pubblico fortemente controllata, come previsto dalle linee guida della Conferenza delle Regioni. Aggiungere a ciò l’obbligo di un tampone, comporterebbe un fortissimo disincentivo alla partecipazione e indebolirebbe lo strumento molto efficace del super green pass".

"Tutto ciò - proseguono le due associazioni - creerà ancor minore sostenibilità economica, creando alle imprese un danno di centinaia di milioni di euro, visto il particolare periodo festivo, e ulteriori difficoltà a decine di migliaia di lavoratori già profondamente colpiti dalle ricadute pandemiche. La sicurezza di cinema e teatri è, per tutte le ragioni esposte, fuori discussione e, tra l’altro, rappresentata con convinzione da campagne istituzionali, da noi promosse insieme al ministero della Cultura. Chiediamo quindi - concludono rivolte a Draghi Agis e Anec - un suo autorevole intervento per evitare un danno incalcolabile e, probabilmente, non più recuperabile per questo settore. Siamo certi che, pur nel rispetto delle esigenze di salute pubblica, converrà con noi sul fatto che le misure in atto sono già a garanzia di assoluta sicurezza".

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