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Coronavirus e dpcm, polemica sul ruolo dei sindaci. Anci Liguria: «Servono gli strumenti giusti»

Anche i sindaci liguri intervengono nel dibattito sulle responsabilità affidate ai primi cittadini nella gestione dell’epidemia: a loro il compito, inizialmente, di fare ordinanze ad hoc. Ma il Viminale poi corregge il tiro

«Noi sindaci non ci sottraiamo alle responsabilità che ci vengono affidate, ma chiediamo al governo gli strumenti giusti che ci mancano per poter assolvere alle nostre funzioni»: è la posizione unanime dei sindaci liguri, emersa durante la riunione dell’Ufficio di Presidenza di Anci Liguria all’indomani dal nuovo dpcm che proprio ai sindaci inizialmente dava il compito di gestire la pandemia e l’emergenza da coronavirus con ordinanza apposite per chiudere strade e quartieri e attuare mini-lockdown mirati.

Questo tipo di provvedimento era già stato adottato a Genova dal sindaco Marco Bucci e dal presidente della Regione Giovanni Toti per il centro storico e in seguito per gli altri quartieri a rischio, e alla Spezia da Toti e dal sindaco Peracchini. Non tutti i sindaci, però, si sono detti d’accordo con la specifica del governo sulle competenze dei primi cittadini: a farsi portavoce del disappunto il presidente dell’Anci nazionale, il sindaco di Bari Antonio Decaro, che in giornata è stato al centro di un botta e risposta con il premier Conte sulla necessità di avere il supporto dello Stato nel prendere questo tipo di iniziative.

Conte dal canto suo, a margine di una conferenza stampa sulla legge di bilancio 2021, ha spiegato che «ci siamo sentiti con Decaro e la ministra Lamorgese e abbiamo già concordato un protocollo che consentirà ai sindaci, sentite le Asl, di adottare una proposta per le piazze e le vie che più si prestano ad assembramenti. Poi, nell’ambito di una riunione tecnica del Comitato ordine e sicurezza pubblica si cercherà una soluzione per controlli e attuazione da parte di tutte le autorità competenti. Si tratta di misure sperimentali: dobbiamo costruire anche qualcosa di nuovo».

I sindaci liguri, in mattinata, avevano chiarito che «noi i compiti li vogliamo, anzi li rivendichiamo, ma devono essere accompagnati da mezzi finanziari e strumenti idonei a far rispettare i divieti, Non in tutti i Comuni abbiamo polizia locale a sufficienza, anche in quelli più grandi gli organici sono sotto stress e molto impegnati. Quello che chiediamo è una maggiore chiarezza delle norme, capire come si controllano gli accessi agli esercizi commerciali e alle abitazioni, ad esempio. Chiediamo anche i supporti necessari in termini sia di risorse finanziarie che umane da ingaggiare per far fronte agli accresciuti compiti, e la messa in campo di una collaborazione fattiva con le prefetture sui territori per un efficiente coordinamento attraverso i Comitati».

«I Comuni non fuggono ma, come sempre, si rimboccano le maniche per trovare soluzioni, come hanno sempre fatto - proseguono da Anci Liguria - con i buoni spesa nella prima emergenza Covid, con le sanificazioni nelle scuole e negli uffici pubblici, ma non in modalità confusa. Anche in questo caso, come ufficiali di governo, noi Sindaci non ci sottraiamo a ciò che ci è demandato e individueremo procedure immediate per raggiungere i risultati indicati nel Dpcm».

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