Dalle scuole ai trasporti, fumata nera sui nodi da sciogliere in vista di settembre
Nulla di fatto termine dell'ultima Conferenza unificata Stato-Regioni: per diversi presidenti di Regione il piano del governo è inadeguato sul fronte ripresa, soprattutto con la ripartenza delle lezioni
Da un lato il macrocosmo della riapertura delle scuole, con tutte le problematiche direttamente connesse - adeguamento degli spazi, personale, modalità di accesso e frequentazione per alunni e insegnanti - dall’altro quello dei trasporti, con il principale problema della capienza dei mezzi pubblici.
A tre settimane dalla data individuata per la riapertura delle scuole (14 settembre) sono questi i temi principali del dibattito relativo alla ripresa di settembre post lockdown da coronavirus, nodi cruciali del confronto tra governo e Regioni, che mercoledì pomeriggio è ripreso nel corso di una Conferenza presieduta dal ministro Boccia terminata con una fumata nera.
«Ancora una volta l’ennesima riunione con il governo, a ormai pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, si è conclusa con un nulla di fatto - conferma il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, la voce più veemente quando si parla di ripartenza e riapertura - nessuna decisione sull’uso o meno delle mascherine in aula, né sulle modalità di rientro, così come sul trasporto pubblico locale. Se si decide di far tornare sempre di più un Paese alla normalità, dopo l’emergenza Covid, soprattutto in previsione delle riaperture delle scuole, bisogna essere in grado anche di assumersi delle responsabilità».
Sul fronte scuola, al centro della discussione campeggia l’uso delle mascherine per insegnanti e personale e, soprattutto, per gli studenti, i più piccoli in testa: il dibattito ruota intorno alla possibilità di far indossare i dispositivi di protezione ai bambini per l’intera permanenza in classe, e anche intorno alle risorse disponibili per gli istituti in termini di spazio - alcune scuole non ne hanno abbastanza a disposizione per garantire la distanza minima di sicurezza - e di personale. Insegnanti over 60 potrebbero rappresentare una categoria a rischio quando si parla di contagio da coronavirus, e sono molti i professionisti che hanno espresso perplessità. I test sierologici sulla categoria sono partiti in molte città, ma il tempo stringe, e con l’apertura delle scuole è sempre più vicina il timore è che molti insegnanti tornino a lavorare senza avere la garanzia di poterlo fare in sicurezza.
In Liguria, la distanza tra il governatore Toti e le politiche del governo si fa sempre più netta. Già in lockdown il presidente della Regione aveva distanziato l’esecutivo con alcune ordinanze ad hoc che recepivano i dpcm governativi con qualche modifica - la Liguria è stata una delle regioni a riaprire prima diverse attività - e in queste settimane il confronto si è fatto più acceso. Per Toti è una questione di responsabilità: sbagliato, sottolinea il governatore ligure, ribaltarle tutte sulle Regioni quando si tratta di applicazione delle linee guida del Comitato Tecnico Scientifico.
«È impensabile far tornare le persone al lavoro e agli impegni scolastici e post scolastici con le regole ventilate in questi giorni dal Governo per il trasporto pubblico locale», affonda Toti, riferendosi alla decisione di ridurre la capacità dei mezzi per abbassare il rischio contagio: «Dobbiamo banalmente fare i conti con i mezzi che abbiamo a disposizione - continua - e per garantire che tutti possano arrivare a destinazione nei tempi previsti, sul posto di lavoro o a lezione, è indispensabile che non vengano disposte regole che poi alla realtà dei fatti risulterebbero totalmente inapplicabili. Pensare di non far occupare, per esempio, tutti posti a sedere su un autobus è completamente lontano dalla realtà».
Mercoledì pomeriggio il presidente della Conferenza unificata, Stefano Bonaccini, aveva lanciato l0’allarme sul rischio caos relativo proprio alla capienza dei mezzi. O si trova un accordo che vale a livello nazionale e locale, insomma, o si rischia che ogni Regione proceda a modo suo, come la Liguria ha d’altronde già fatto stabilendo che sia sui bus sia sui treni si può viaggiare a pieno carico.
La ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, avrebbe assicurato l’arrivo di due nuovi decreti attuativi da 900 milioni, con una prima tranche di finanziamenti da 500 per potenziare il trasporto pubblico e una successiva da 400: «Le nostre proposte per aumentare la capienza del trasporto pubblico locale in sicurezza sono pronte - ha spiegato - Ci abbiamo lavorato per mesi, anche assieme alle regioni. Ampliamento del concetto di “congiunto” esteso anche a compagni di classe e colleghi di lavoro, certificazione dei sistemi di aerazione e filtraggio e dei mezzi, obbligo di mascherina chirurgica. A integrare queste regole essenziali, un piano di adozione a bordo dei mezzi di separatori morbidi».
In Liguria sul trasporto pubblico ancora non è stata presa una decisione definitiva, mentre per quanto riguarda le scuole gli istituti si stanno attrezzando: in molti hanno approfittato di agosto per avviare interventi di ottimizzazione degli spazi, in modo da distanziare i banchi, mentre altri istituti hanno puntato sugli spazi esterni per lezioni all’aperto sino a quando il meteo lo consentirà. Su ogni provvedimento, lo spauracchio dei contagi in salita, numeri che negli ultimi giorni, complici i rientri dalle ferie, hanno subìto un’impennata. Su questo però diversi esperti e lo stesso Toti rassicurano: aumentano i tamponi, più mirati, e la situazione negli ospedali è sotto controllo, mentre il personale medico è ormai formato per individuare subito eventuali segnali di allarme e pronto a trattare adeguatamente i pazienti.
«Grazie allo straordinario lavoro dei nostri uffici di prevenzione e dei nostri laboratori anche martedì sono stati eseguiti quasi 2500 tamponi - ha spiegato Toti . segno che il nostro lavoro di tracciamento continua come e ancora più di prima, mentre con tutta la nostra sanità ci stiamo preparando per garantire in sicurezza, per quanto di competenza di Regione, la riapertura delle scuole».