Coronavirus e scuole, Bassetti: «Devono riaprire, rischio zero non esiste»
L’infettivologo genovese, in un’intervista, è categorico: «Non c’è nulla di scientifico nel fare una settimana a scuola e una a casa o bloccare le macchinette dei distributori automatici»
Il rischio zero non esiste, ma è calcolato: Matteo Bassetti è categorico, e appoggia il ritorno a scuola il prima possibile dopo il lungo lockdown imposto dall'emergenza coronavirus e la pausa estiva.
«Si deve tornare a scuola. Il rischio zero evidentemente non esiste, ma è un rischio che non possiamo non correre - ha spiegato l’infettivologo genovese - Sono sette mesi che le scuole sono chiuse. Da sempre il rischio zero a scuola non esiste. Non è esistito con l’influenza, con il meningococco, con il morbillo e con molte altre malattie infettive contagiose. Il rischio zero non esiste ma è calcolato come in tutte le altre attività, in tutto il resto del mondo».
Per Bassetti erano necessarie «regole molto precise, e invece oggi ognuna fa come gli pare, le decisioni che stanno prendendo le scuole poco hanno a che vedere con la scienza e con l’evidenza della letteratura». Citando i provvedimenti presi all’estero per tornare sui banchi, il direttore della clinica Malattie Infettive del San Martino è duro: «Questa di oggi è la stessa scuola dove per 30 anni non ci si è preoccupati se i bambini fossero vaccinati per la varicella, morbillo, pertosse? La stessa scuola dove fino alla legge Lorenzin avevamo il 20% o più dei bambini che andavano a scuola non coperti dal vaccino per il morbillo, che può essere una malattia devastante; la stessa scuola dove non è stata mai prevista alcuna vaccinazione antinfluenzale per i ragazzi? La stessa scuola che oggi si pone il problema del Covid».
Inutile, per Bassetti, alternare una settimana a scuola e una a casa con la didattica a distanza, o «bloccare le macchinette dei distributori automatici a scuola. Se vengono usate le mascherine (non durante le lezioni) dov’è il problema di fare la ricreazione, di entrare a scuola assieme. Che differenza c’è?».
«I ragazzi vanno al supermercato, negli autobus e negli altri luoghi di aggregazione - conclude - Sento dire che hanno tutti paura ma, per esempio, che copertura vaccinale ha il corpo scolastico per le varie Malattie infettive prevenibili da vaccino?»