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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Coronavirus

Sansa: "Credo che alla base del movimento no vax ci sia la riscoperta del dubbio"

"Il disprezzo è sempre una reazione sbagliata, così come associare chiunque dissenta a un estremista", scrive in un post il figlio dell'ex sindaco di Genova

L'ex candidato alla presidenza della Regione, Ferruccio Sansa, affida ai social un lungo post, in cui riflette sul movimento no vax. Non tanto nel merito della loro contestazione, quanto nel metodo con cui, a suo dire, vengono demonizzati. Il consigliere di centrosinistra premette di aver "fatto la vaccinazione e la terza dose, tutta la mia famiglia è vaccinata. Sono persuaso che questa sia la strada da seguire".

E precisa di essere convinto che i no vax sbaglino: "Se le persone non vaccinate trovano ancora posto nei reparti di terapia intensiva è proprio grazie a chi ha ricevuto il vaccino". Poi, però, apre: "Le opinioni altrui devono essere ascoltate con rispetto. Anche quando pensiamo che possano racchiudere dei pericoli. Dissentire, pur radicalmente, è diverso da disprezzare. E bisogna sempre capire cosa c'è alla radice delle altrui convinzioni".

Sansa si chiede cosa spinga "i no vax verso posizioni così nette e talvolta estreme? Perché provano un disagio e spesso una sofferenza tanto forti, al punto da sentirsi espulsi dalla società cui appartengono?". La risposta, ricalcando un articolo di Pino Corrias sul Fatto, per l'ex giornalista è "la fede. In un momento in cui pare così difficile capire e sapere, allora ci si rifugia nel credere. C'è bisogno di un simbolo cui affidare il proprio bisogno, di una fede. Così decine di milioni di persone nel mondo lo hanno trovato nella lotta contro il vaccino, nella battaglia contro chi cerca di 'contaminare' il corpo".

Il leader della minoranza in Regione racconta di averne discusso con amici no vax, un paio dei quali gli hanno raccontato che lasceranno l'Italia o chiuderanno l'attività perché si sentono dei "perseguitati". Lui, pur trovando "totalmente assurdo qualsiasi richiamo all'Olocausto, alla lotta di Resistenza", ma anche "chi parla di battaglia contro la dittatura", lascia una porta aperta.

"Credo che alla base del movimento no vax ci sia la riscoperta del dubbio - scrive Sansa - abbiamo forse rinunciato per troppo tempo al nostro dovere di dubitare. Ci siamo affidati a chi per conto nostro informava, proponeva opinioni, forniva dati. Poi, all'improvviso, abbiamo riscoperto la necessità, talvolta il dovere, di dubitare".

Poi, aggiunge, di aver "letto decine di studi e articoli diversi, come molti alla fine ho dovuto ammettere che poco si sa e bisogna decidere se fidarsi di chi ne sa più di noi, magari dei medici che ci curano da una vita. Il covid ci ha portato, costretto, ad affidare la nostra vita agli altri. Non nego il mio smarrimento. Non ho risposte o soluzioni da offrire".

In questo contesto, sostiene, "non esiste un vero confronto tra sì vax e no vax. Ma il dialogo e il rispetto sono necessari anche quando non si intende cambiare le proprie posizioni. E forse chi rappresenta la maggioranza dell'opinione pubblica ha un dovere supplementare. Il disprezzo è sempre una reazione sbagliata, così come associare chiunque dissenta a un estremista".

Anzi, conclude, "questi giudizi sommari rischiano di alimentare rabbia e fanatismo. Non risolvono il problema, ma lo esasperano. Spingono all'isolamento, non sanitario, ma sociale, centinaia di migliaia di persone. E spalancano le porte a forze politiche che strumentalizzano lo sgomento di fronte al virus. Che si insinuano nella solitudine e nell'emarginazione alimentate dall'epidemia".

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