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Venerdì, 19 Aprile 2024
Coronavirus

Covid, imprenditori e lavoratori in ginocchio in trasferta a Sanremo: «Ridateci la dignità»

Anche i membri della Protesta Ligure aderiscono alla manifestazione organizzata da quattro associazioni in concomitanza con il Festival

La #ProtestaLigure dei ristoratori (allargata anche alle altre categorie colpite dalla crisi coronavirus e dal meccanismo di chiusura-apertura) esce dai confini genovesi e approda a Sanremo, dove il 3 marzo partirà ufficialmente il Festival.

Nel giorno in cui la Liguria è ufficialmente entrata in zona gialla, e dopo diversi lunedì di manifestazioni in piazza De Ferrari, una in particolare caratterizzata da un lungo corteo che ha attraversato il centro cittadino, i ristoratori hanno deciso di mandare un ulteriore segnale protestando non solo per le chiusure, ma anche per la decisione di consentire al Festival di Sanremo di andare in scena.

E così, dal “Festival della musica italiana” si passa al “Festival dell’apertura italiana”, organizzato da quattro associazioni, Afi (associazione fieristi italiani), Movimento Imprese, Ioapro (confederazione imprese unite per l'Italia) e Coemm-Clemm con l’intento di “ recuperare la nostra libertà, il nostro lavoro, la nostra dignità”. All’iniziativa aderiscono, appunto, anche i ristoratori liguri e i lavoratori delle categorie che da inizio pandemia hanno visto gli introiti diminuire drasticamente o addirittura azzerarsi, mondo dello spettacolo in primis.

Definita dagli organizzatori “la più grande manifestazione di tutte le categorie danneggiate dal dpcm”, l’appuntamento è per le 16 in piazza Colombo, a Sanremo, per tutti i manifestanti, che portano avanti quattro richieste basilari: copertura totale dei costi (adeguamento sanitario inutile, tasse e spese: affitti, bollette) degli anni 2020 e 2021, cassa integrazione ai dipendenti immediata e nel caso non si potesse riaprire cassa integrazione anche a tutti coloro che hanno la propria attività come unico reddito, riaperture subito in sicurezza, bllocco degli sfratti fino a fine pandemia, con intervento dello Stato con i rimborsi se gli affitti sono il solo sostentamento dei proprietari.

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