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Riapertura ristoranti, Fiepet all'attacco del protocollo: «Inapplicabile»

Le perplessità riguardano in particolare la distanza imposta nei locali al chiuso, due metri.

Bene ridiscutere delle riaperture dei ristoranti, soprattutto serali, ma le regole per farlo rischiano di diventare ugualmente penalizzanti. Ne è convinta Fiepet Confesercenti, che ha commentato le indiscrezioni delle ultime ore riguardanti proprio il protocollo allo studio del governo per consentire ai ristoranti, ai bar e ai locali di riaprire.

«Non si comprende come, rispetto ai protocolli di sicurezza finora applicati, le nuove regole si traducano di fatto in una ulteriore stretta - ha detto Giancarlo Banchieri, presidente nazionale Fismo Confesercenti - La distanza obbligatoria ipotizzata, di due metri tra i tavoli, sarebbe una restrizione inapplicabile per decine di migliaia di ristoranti, il 60% dei quali non ha uno spazio esterno, e praticamente per tutti i bar. E anche dove fosse fisicamente possibile implementare la misura, si ridurrebbe drasticamente la capacità di lavoro dei locali al chiuso, obbligandone migliaia alla chiusura definiti».

A oggi si parla appunto di riapertura subordinata all’utilizzo - dove e quando possibile - di spazi esterni, e al rispetto di una distanza di due metri al chiuso, che si unisce all’obbligo di indossare le mascherine quando non si sta mangiando e di avere menù in versione digitale o plastificata per consentire la sanificazione. E si ripropone un problema che già si era posto lo scorso anno, pur con meno “intensità” visto il primo, devastante lockdown: gli spazi a disposizione.

Non tutti i ristoranti hanno infatti la possibilità di garantire due metri di distanza tra i tavoli, con il rischio di dover ridurre drasticamente i coperti e di tenere aperto per servire una manciata di persone. Stesso discorso vale anche per i bar, le gastronomie, le pasticcerie e tutti quei locali aperti al pubblico per il consumo di cibo e bevande. E a Genova, pur con il rinnovo del suolo pubblico gratuito per i ristoratori, il problema si pone soprattutto nel centro storico, dove i locali sono moltissimi e dove gli spazi esterni sono pochi, complici gli stretti vicoli.

«Le misure allo studio avrebbero una ripercussione ancora più pesante sulle attività di una città come Genova - riflette Paolo Barbieri, coordinatore provinciale Fiepet - che, come sappiamo, è particolarmente avara di grandi spazi all'aperto, e ha già molto risentito per il protrarsi delle chiusure».

Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, era a Roma proprio giovedì per incontrare il premier Mario Draghi e discutere delle riaperture (oltre che della campagna vaccinale) e per partecipare alla Conferenza delle Regioni e al successivo incontro con la ministra Maria Stella Gelmini: la data fissata resta a oggi quella di maggio, con la reintroduzione della zona gialla.

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