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Riaprire teatri e cinema in zona gialla, l’appello anche da Genova: «In tv il pubblico è presente e lo spettacolo va avanti»

L’associazione CulturaIdentità torna a chiedere a gran voce di riaprire le strutture: «Il contagio della cultura non uccide»

«Il contagio della cultura non uccide, riaprite teatri e cinema»: a ribadire la richiesta avanzata ormai in tutta Italia è l’attore Edoardo Sylos Labini, fondatore dell’associazione CulturaIdentità, che già si era battuta per la riapertura - poi concessa in zona gialla - dei musei.

Labini e Andrea Lombardi, responsabile CulturaIdentità Genova, sono tornati a chiedere al governo, come associazione, «la riapertura immediata di teatri e cinema italiani, almeno nelle zone gialle come già fatto per i musei, in sostegno alle migliaia di attori, registi, sceneggiatori, tecnici, degli operatori del settore. I nostri iscritti saranno presenti davanti ai teatri e ai cinema italiani per estendere la protesta».

«In molti programmi tv il pubblico in studio è presente. Lo spettacolo va avanti, ma non per tutti - prosegue Labini - In sicurezza, certamente, ma viene da chiedersi: gli spettatori presenti nei due casi citati sono diversi da quelli che potrebbero tornare, dopo molti mesi, a popolare le sale di teatri e cinema in tutta Italia?» 

I lavoratori dello spettacolo sono fermi ormai da mesi, con l’unica eccezione della pausa estiva. Teatri e cinema hanno riaperto battenti per un ristretto lasso di tempo diminuendo la capacità delle sale per garantire il distanziamento e adattandosi alle misure di sicurezza richieste, e una situazione se possibile ancora peggiore si trova il mondo della musica live. E se un timido spiraglio di apertura, per al cultura, arriva dalla concessione fatta ai musei in zona gialla, per teatri e cinema ancora nulla è stato ipotizzato in termine di ripresa delle attività.

«Il mondo dei lavoratori del settore cultura e le tante imprese oramai sul lastrico sono stufe di essere considerate l’ultima ruota del carro - concludono da CulturaIdentità - Senza la cultura un Paese muore e questo non può succedere all’Italia, patria mondiale di arte e bellezza».

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