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Scuole, scontro tra Regione e piccoli Comuni sulla riapertura

Alcune amministrazioni hanno emesso ordinanze che ritardano l’inizio delle lezioni in via precauzionale. Toti: «Illegittimo e poco giustificabile»

Bogliasco, Vallecrosia, Bordighera: sono per ora tre i Comuni liguri che hanno confermato che le scuole non apriranno lunedì 14 settembre, come stabilito a livello nazionale, ma con almeno una settimana di ritardo. E dal presidente della Regione, Giovanni Toti, arriva la frecciata.

«Alcuni sindaci hanno fatto ordinanze procrastinando l’apertura delle scuole - ha detto Toti - Non ne comprendo le ragioni, come sostenuto anche da Anci, le ordinanze dei sindaci in questo senso sono giustificate dal ritardo nei lavori di adeguamento scolastico, ma le altre motivazioni sono illegittime e poco giustificabili rispetto al quadro epidemiologico».

Proprio Anci, infatti, martedì pomeriggio aveva «sconsigliato vivamente» ai sindaci di fare ordinanze in materia di scuola e apertura se non in presenza di «inagibilità della scuola in conseguenza di lavori di ristrutturazione in corso, ritardati dalla sospensione dovuta all’emergenza sanitaria, al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza, o se l’edificio scolastico esistente non consente di garantire il rispetto dei protocolli di sicurezza sanitari vigenti, comportando una situazione di pericolo attuale per la pubblica incolumità».

Non sono invece legittime, spiega ancora Anci, motivazioni legate al costo di sanificazione, alla mancata sanificazione dei locali, allo svolgimento delle elezioni e del referendum o altre motivazioni diverse, anche legate alle presunte esigenze delle famiglie degli alunni.

Alcuni sindaci hanno infatti paventato l’ipotesi di rimandare l’inizio delle scuole per le elezioni, previste il 20 e 21 settembre: il voto pochi giorni dopo l’apertura aveva scatenato polemiche anche a livello nazionale, e in Liguria l’Ordine dei Medici aveva chiesto di rimandare di 10 giorni proprio per consentire il voto e fornire agli istituti un po’ di tempo in più per prepararsi al ritorno in classe degli alunni.

Dal presidente della Regione, però, è sempre arrivato secco l’invito ad aprire le scuole il 14 settembre, così come consentito a livello nazionale, per aiutare i ragazzi a tornare alla normalità e andare incontro alle famiglie. In questi giorni Regione, Alisa e amministrazioni locali hanno avviato il confronto sulle modalità di rientro a scuola, dagli accessi alle aule passando per il trasporto, e venerdì verrà diffuso il piano con le linee guida. 

Tra i principali provvedimenti adottati, oltre all’innalzamento della capienza dei bus (all’80%, così come consentito anche dall’ultimo dpcm) ci sono la trasformazione del Gaslini nell’hub regionale di riferimento per la questione sanitaria, l’assunzione di nuovo personale che faccia da tramite tra scuole e Asl, ingressi scaglionati quando possibile e l’uso di bus privati se il servizio publico non riuscisse ad andare incontro alle esigenze delle famiglie. 

Su Genova, nello specifico, il sindaco Marco Bucci ha confermato il giorno di apertura e la conformità degli spazi, chiarendo che a oggi nessun istituto ha fatto richiesta di spazi aggiuntivi, pur in disponibilità del Comune. Il neo vicesindaco e assessore ai lavori Pubblici, Pietro Piciocchi, ha riferito martedì in consiglio comunale che «non è sicuramente mancata una regia da parte del Comune - in risposta alla consigliera del Pd, Cristina Lodi - Anzi, c’è stato un coordinamento molto proficuo, anche per vie informali, con la Direzione scolastica regionale, in particolare con il professor Acerra, con il quale abbiamo lavorato molto bene, soprattutto nello scambio di informazioni e nell’individuazione delle esigenze dei plessi scolastici».

Piciocchi ha confermato che nell'area genovese sono stati effettuati interventi di edilizia leggera coordinati con i municipi e i dirigenti scolastici per un investimento totale di 1,8 milioni: «La fase più delicata è stata l’acquisizione di nuovi spazi. La direzione scolastica regionale ci ha trasmesso l’elenco di tredici scuole di competenza del comune che manifestavano il bisogno di altri locali. Abbiamo risolto questa e altre esigenze e a questo punto possiamo dire che le criticità sono quasi tutte alle nostre spalle. Per quanto riguarda gli aspetti di competenza del comune non posso che ritenermi soddisfatto anche se, come si sa, in questi frangenti di emergenza si naviga a vista».

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