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Coronavirus, Bassetti: «Stop all’isolamento anche senza due tamponi negativi»

L’infettivologo genovese non ha dubbi: l’Italia deve adeguarsi alle linee guida del Cdc americano per stabilire la fine della malattia, basandosi sui sintomi

Inutile aspettare due tamponi negativi per far uscire un malato di coronavirus dall’isolamento: per l’infettivologo Matteo Bassetti, la modalità più adeguata è quella applicata dal Cdc americano e dall’Oms, che prevede il termine dell’isolamento e la conferma della guarigione sulla base dei sintomi.

«In Italia questa è la raccomandazione da seguire - spiega Bassetti - l’isolamento domiciliare obbligatorio per i soggetti covid positivi si estende fino a negativizzazione comprovata da due tamponi negativi effettuati a 24-48 ore di distanza dopo un periodo di almeno 14 giorni dalla risoluzione dei sintomi. Esiste una crescente evidenza per valutare la fine dell’isolamento domiciliare mediante l’uso di una strategia basata sui sintomi».

Il direttore della Clinica Malattie Infettive del San Martino richiama le linee guida del Center for Desease Control and Prevention di Atlanta: «Il Cdc americano raccomanda il termine dell’isolamento domiciliare per persone sintomatiche affette da Covid-19 almeno 10 giorni dopo l’inizio dei sintomi, almeno 24 ore dalla cessazione della febbre senza l’uso di farmaci anti-piretici e con il miglioramento degli altri sintomi»

Per le persone asintomatiche, e cioè che non hanno mai avuto sintomi, ma con tampone positivo, il Cdc «raccomanda il termine dell’isolamento domiciliare 10 giorni dopo il tampone positivo. Il doppio tampone negativo - prosegue Bassetti - come lasciapassare al ritorno in comunità,  potrebbe essere riservato unicamente  in soggetti gravemente immunocompromessi, se consigliato dall’infettivologo. La attuale strategia italiana comporta un utilizzo eccessivo e non mirato della capacità di effettuare test per l’identificazione di nuovi casi di persone contagiate, e scoraggia le persone, sintomatiche e non, a sottoporsi a test diagnostici vista impossibilità di preventivare ragionevolmente una fine dell’isolamento domiciliare».

Quando sostenuto da Bassetti ricalca molte testimonianze portate da malati di coronavirus che per mesi hanno atteso il doppio tampone negativo senza ottenerlo, pur non avendo più sintomi di alcun tipo. Bloccati in casa, dunque, sino a quando due tamponi consecutivi non testimoniano la negativizzazione. E per molte persone può rivelarsi un problema, soprattutto dal punto di vista lavorativo.

«Come è noto, il test mediante tampone Rt-Pcr per Sars-CoV-2 RNA può rilevare e amplificare particelle di materiale genetico del virus anche a distanza di notevole tempo dalla fine dell’infezione attiva, cioè risultare positivi in soggetti che non sono più né malati né contagiosi - conclude Bassetti - Queste raccomandazioni possono portare un numero imprecisato di persone appartenenti alle fasce più produttive lontano dalla vita sociale e produttiva, in un momento in cui l’economia sta faticando a riprendersi, dopo una crisi numericamente senza precedenti». 

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