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Coronavirus

Porto di Pra’, sequestrati 5 milioni di mascherine cinesi non conformi

Tre distinti carichi spediti dalla Cina sono stati intercettati dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane

Tre carichi di mascherine chirurgiche, del peso complessivo netto di 19 tonnellate, sono state sequestrate nel porto di Pra’ perché non conformi agli standard previsti.

Le mascherine arrivavano dalla Cina ed erano dirette a un’azienda lombarda del settore medicale. Sono state intercettate dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane, che da inizio pandemia si sono concentrati nei controlli sui dispositivi di protezione.

Le mascherine chirurgiche monouso, spedite in buste da 50 pezzi, per un totale di 5 milioni e 400.000 unità, con un valore commerciale iniziale di oltre 140.000 euro, sono state al centro di una scrupolosa verifica da parte dei funzionari della sezione di Voltri. A seguito del campionamento della merce dai tre diversi container, il rapporto di prova dei laboratori doganali di Roma e Genova ha evidenziato la non conformità a quanto prescritto dalla norma UNI EN 14683:2019 (requisiti di performance) per le mascherine di tipo II per la prova di respirabilità.

La merce, non più commercializzabile come DPI-dispositivi di protezione individuale, verrà distrutta o respinta all’estero.

«Si ricorda che, in base a un regolamento comunitario del 2017, le mascherine chirurgiche possono essere di 3 tipi: I, II e IIR, in relazione all’efficienza di filtrazione e resistenza respiratoria - fanno sapere dall’Agenzia delle Dogane - Quelle di tipo II (tre strati) e IIR (quattro strati) offrono una maggiore efficienza di filtrazione batterica (= 98%), a differenza delle I (= 95%); la IIR è resistente anche agli spruzzi».

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