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Sfruttare la crisi per fare affari, maxi operazione anti mafia

Fra le 91 persone raggiunte in tutta Italia da ordinanza di custodia cautelare c'è anche un ex concorrente del Grande Fratello, ex broker di 39 anni

Volevano sfruttare la crisi economica, causata dall'emergenza coronavirus, per estendere i loro traffici. Per questo dalle prime luci dell'alba, militari del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, con il supporto del Comando Provinciale di Palermo e di altri Reparti sul territorio nazionale, hanno dato esecuzione a ordinanze di custodia cautelare e sequestro preventivo, nei confronti 91 soggetti, tra i quali un ex concorrente del Grande Fratello, nonché di un vasto patrimonio immobiliare e mobiliare del valore di circa 15 milioni di euro.

Le operazioni si sono svolte in Sicilia, Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Campania. Impegnati 500 uomini delle Fiamme Gialle, con l’appoggio di un mezzo aereo e di unità cinofile addestrate per la ricerca di armi, stupefacenti e valuta. Nella nostra regione è stato arrestato un uomo ad Albenga: avrebbe avvicinato alcuni fantini locali per truccare le corse dei cavalli.

Nel maxi blitz è stato colpito il vecchio clan mafioso dell'Acquasanta di Palermo, su cui già Giovanni Falcone aveva indagato negli anni Ottanta, in piena guerra di mafia. In particolare sono finiti in manette gli eredi dello storico clan siciliano dei Fontana che anni fa si erano trasferiti in Lombardia dove gestivano il business della vendita del caffè. Ai domiciliari è finito anche un ex concorrente del 'Grande Fratello', ex broker di 39 anni, che secondo i magistrati sarebbe prestanome di una società di commercializzazione del caffè tra Palermo e Milano.

Tra i pm che hanno coordinato la maxi inchiesta, denominata 'Mani in pasta', c'è anche Roberto Tartaglia, il nuovo vice capo del Dap. L'indagine, molto complessa, è coordinata dal Procuratore capo di Palermo. «In questi giorni le misure di distanziamento sociale e il lockdown su tutto il territorio nazionale hanno portato alla totale interruzione di moltissime attività produttive, destinate, tra qualche tempo, a scontare una modalità di ripresa del lavoro comunque stentata e faticosa. Nelle prossime settimane, i riflessi di questa situazione sono suscettibili di creare un contesto assai favorevole per il rilancio dei piani della associazione criminale sul territorio d’origine e non solo» è l'allarme lanciato dal gip del Tribunale di Palermo Piergiorgio Morosini, nell'ordinanza di custodia cautelare.

«Da una parte - avverte il gip nella misura - l’attuale condizione di estremo bisogno, persino di cibo quotidiano, di tante persone senza una occupazione stabile, o con un lavoro nell’economia sommersa, può favorire forme di 'soccorso mafioso' prodromiche al reclutamento di nuovi adepti. Dall’altra - aggiunge - il blocco delle attività di tanti esercizi commerciali o di piccole e medie imprese ha cagionato una crisi di liquidità difficilmente reversibile per numerose realtà produttive, in relazione alle quali un 'interessato sostegno' potrebbe manifestarsi nelle azioni tipiche della organizzazione criminale, vale a dire l’usura, il riciclaggio, l’intestazione fittizia di beni, suscettibili di evolversi in forme di estorsione o, comunque, di intera sottrazione delle aziende ai danni del titolare originario».

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